Estrella non ha avuto molta scelta. In
partenza per Vienna, di fianco al vecchio che sarà presto suo
marito, la ragazza è stata convinta con ogni sotterfugio ad
accettare quella situazione. Horacio, suo padre, l'ha promessa a quel
grassone dalle mani lunghe e l'orgasmo facile, in cambio di una
rendita in grado di sostenere i vizi sfrenati che lo hanno reso, nel
tempo, un nobile spagnolo povero in canna. Siamo nel 1880 e Vienna
rappresenta già una delle più belle capitali europee possibili da
visitare. È proprio questo ad attrarre Estrella e a far propendere
la sua decisione verso la volontà di seguire il vecchio maliardo
alla volta di un matrimonio di puro interesse. Ciò che la ragazza
ignora è che l'interesse sarà della famiglia e del marito, non il
suo, ignara vittima sacrificale di un gioco più grande e
inarrestabile. Inoltre non può immaginare che non tornerà mai più
nel suo paese, una volta abbandonato, né che conoscerà l'amore puro
e vero in una maniera del tutto impensata e inusuale. Torniamo a
parlare della collana Senza Sfumature della Delos Digital, e lo
facciamo tramite “La serva di Vienna”, racconto lungo scritto
dalla scrittrice Nora Noir, autrice italo inglese di cui abbiamo la
fortuna di saggiare il talento. Di sé, nella sua biografia, dice di
scrivere principalmente quando è triste o incazzata e quindi di
trovarsi nelle condizioni di narrare storie erotiche molto spesso.
Beh, se è così il lettore deve augurarsi che a Nora Noir non
manchino mai fonti di disturbo o di tristezza, perché è capace di
regalare, con le sue parole, momenti di puro godimento. La serva di
Vienna è ciò che definiremmo un piccolo romanzo, nonostante la sua
brevità, perché capace di emozionare in molti modi pur non scadendo
mai né nella volgarità, né tantomeno nello scontato. Tramite una
scrittura scorrevole, mai tendente allo statico o al noioso, Nora
Noir narra le vicissitudini di una bellissima ragazza spagnola, di
nobili origini, costretta dagli eventi, propri del suo tempo, a un
rapporto malsano e decisamente poco appagante come quello intavolato
con il conte Sigmund Von Haken. La povertà di suo padre, nonostante
la nobiltà, dovuta principalmente ai vizi a cui cede sovente l'uomo,
quasi costringono la ragazza ad accettare la proposta del vecchio
grassoccio che gioverà a tutti, nel futuro, tranne che a Estrella
stessa, confinata in un palazzo dall'opulenza accecante a ricoprire
il ruolo di oggetto esotico da sfoggiare e osannare a ogni
ricevimento o festa indetta dal nobile viennese. Questo sarà
l'inizio di una storia intensa, di un amore insospettato, di una muta
denuncia verso il maschilismo e l'ignoranza, e della testimonianza di
come, non troppo tempo fa, la famiglia dettava regole attualmente
improponibili e prive di qualsiasi forma di empatia o rispetto.
Disponendo della vita dei propri figli come meglio si credeva, per
proprio tornaconto, infatti, i nobili dell'epoca, e non solo loro,
decidevano le sorti di intere future famiglie in nome solamente del
vile denaro e del vizio sfrenato. La chimera di una possibile scelta
davanti a proposte come quelle descritte ne “La serva di Vienna”
era semplicemente uno specchio per le allodole, atto a preservare
l'apparenza di una libertà impossibile e inimmaginabile.
Perfettamente in grado di trasmettere sensazioni discordanti nello
stesso momento, Nora Noir inoltra il lettore dapprima nel clima caldo
e afoso dell'estate spagnola, poi in quello più rigido e asettico
dell'inverno viennese, descrivendo con sottile ironia e semplicità
eventi che altrimenti sarebbero risultati davvero di difficile
digeribilità. Il racconto non risulta privo, infatti, di momenti
esilaranti, specialmente nei primissimi frangenti quando la scena è
occupata da Horacio, padre di Estrella, e Juan, amico di famiglia. In
effetti alcuni frangenti de “La serva di Vienna” rievocano passi
della commedia erotica degli anni passati, quasi il lettore stesse
assistendo alla proiezione di un film dai contorni sbiaditi dalla
calura afosa e pesante di una Spagna ancora calpestata da Don Diego
della Vega in versione molto più piccante da quello conosciuto fino
a ora. Le situazioni erotiche sono caldissime, ma assolutamente
pulite, quasi l'autrice riuscisse a farci intravedere gli amplessi
dalla fessura di una porta in grado di celare l'impudicizia delle
situazioni più scabrose. Dolce e sentita la relazione omosessuale,
descritta e mostrata in maniera del tutto sensuale e sensibile. Quasi
si riuscissero ad avvertire gli odori presenti nelle stanze, o ad
ascoltare i rumori attutiti attraverso le pareti come se si fosse
parte integrante del racconto stesso, il lettore si affaccia assieme
a Estrella di notte a spiare gli amanti di cui prova gelosia e
invidia, si distende sul letto in attesa del piacere tanto agognato,
trema ai soprusi del conte Von Haken, retrogrado nobile incentrato
sul tentativo di apparire, dimenticando di vivere ciò che possiede e
ostenta con eccessivi orgoglio e tracotanza. Non si riesce a trovare
difetto in questa novella di Nora Noir, che non solo rappresenta un
chiaro esempio di come un piccolo racconto storico possa entusiasmare
al pari di un romanzo di più ampio respiro, ma dimostra anche come
l'erotismo possa essere considerato letteratura e non solo
intrattenimento.
Sono concorde con te. La Serva di Vienna è una chicca.
RispondiEliminaOh, ma siete tutte brave, Emiliana! ;)
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