Ma chi è davvero il cattivo di Volevo solo te?
Renzo Lorenzin è davvero così meschino come vorrei dipingerlo? E chi era, nella realtà?
Come per Miss Gioconda, personaggio strettamente collegato al nuovo fattore dell'azienda, lascerò che siano le parole del Lorenzin a raccontarvi del suo carattere e del suo modo di muoversi tra le persone.
E ricordate che Renzo non è solo scaltro e subdolo, ma anche dannatamente bello.
Come ogni cattivo conturbante che si rispetti!
Renzo
Schioccò le
labbra, dondolando sui talloni, mentre le dita scivolavano lungo gli
straccali e si andavano a incuneare tra i pantaloni e la camicia
intrisa di sudore. Si sarebbe rassettato prima di uscire a
festeggiare. La prima notte in quel luogo non poteva trascorrere
senza una puntata nei bordelli di Roma di cui gli era stato parlato
assai bene dagli amici emigrati prima di lui. Catturò con lo sguardo
l'immagine di Lucia intenta già a disfare le valige e decise di
sfogare i propri bollori in quello stesso momento, per evitare
inutili perdite di tempo più tardi. In fondo se doveva pagare
qualche puttana, era bene farlo a ragion veduta e non per una
sveltina regalata per la troppa fretta di infilarlo nel buco adatto.
Rimase in silenzio, osservando le forme generose di sua moglie.
Inadatta al concepimento di prole, era soddisfacente almeno tra le
lenzuola, non fosse altro che almeno era docile e remissiva quanto
bastava per esaudire ogni sua turbolenta fantasia. Attese, come un
ragno sulla tela, finché la donna non gli passò di fianco per
andare a prendere la sua valigia ancora a terra di fianco alla porta.
Con uno scatto fulmineo del braccio la accalappiò cingendole la vita
e togliendole il fiato. Incredula, per nulla preparata a
quell'assedio, la donna annaspò nel vuoto, atterrando poi con i
palmi aperti sul legno duro e fibroso della tavola su cui avrebbero
desinato da quel giorno in avanti. La sentì sospirare, irrequieta,
quindi rassegnarsi docile ai suoi voleri.
«Brava,
mogliettina, sai cosa voglio» le sussurrò, avvicinandole la bocca
all'orecchio. Le sciolse la severa crocchia con cui aveva
ordinatamente acconciato i capelli alla nuca, quindi le scompose la
massa nera di riccioli che cadde sulle schiena e sul tavolo scuro.
«Abbassati e
allarga le gambe» le ordinò, mentre con una mano armeggiava con la
patta dei suoi pantaloni per tirare fuori il suo membro, svettante e
pronto. Lo eccitava il potere che il suo ruolo gli conferiva. Non
solo di fattore, ma anche di marito.
«Be', comunque non
c'è molto da spiegare, mia cara Flora» continuò poi,
avvicinandosi. In poche falcate le fu di fronte. Il bacino
all'altezza del suo volto. Pensò di alzare lo sguardo, ma si rese
conto di essere in una posizione equivoca e davvero sgradevole. Se lo
avesse guardato, la prospettiva dal quale l'avrebbe fatto sarebbe
stato dalla cintola in su e, per quanto il suo corpo ne fosse
tentato, si ritrasse impercettibilmente sul pavimento guardando un
punto imprecisato a terra. Rimasero in silenzio per parecchi secondi,
come se il fattore volesse mettere alla prova la sua curiosità,
quindi lo sentì piegarsi sulle gambe e portare il volto all'altezza
del suo. Le sollevò il mento, costringendola a guardarlo. Flora
sentì lo stomaco contrarsi in un miscuglio tra desiderio, adrenalina
e fastidio. Non riusciva a decifrare i suoi sentimenti, ma seppe
chiaramente che non erano gli stessi che provava con Fausto.
Dal 15 Novembre Volevo solo te (clicca sul nome per scaricarlo in ebook) sarà disponibile anche in cartaceo!
*foto Web
Nessun commento:
Posta un commento