Nelle vostre case? Probabile. In libreria? Forse...
Ma c'è una cosa ancora più importante, che si muove sotto quel bacio intenso che è la fotografia di un amore ancora da scoprire...
Flora, che ancora sogna, ancora corre nell'erba, ancora arrossisce per uno sguardo intenso rubato nei campi.
Flora che non sa e non vuole sapere cosa significa crescere. O forse sì: forse desidera così tanto conoscere la vita che ne fugge per la paura che l'emozioni la sovrasti.
Flora, una ragazza d'altri tempi con l'innocenza propria delle adolescenti tumultuose.
Ed ecco che oggi parleremo della mia splendida protagonista, una ragazza bellissima, dal corpo in evoluzione, con un amore sconfinato nel petto e un mondo da scoprire negli occhi.
Perché Flora è dentro di voi, dentro di me. Flora è il nostro fanciullo interiore.
Amatela come io ho amato lei.
FLORA
La mattinata
trascorse nel timore e nella speranza di rivedere quel ragazzo senza
nome, mentre le gambe solerti pedalavano e macinavano chilometri con
la stessa lena con la quale le donne raccoglievano il grano in luglio
e stipavano il fieno nei silos. Molti pensavano erroneamente che la
sua mansione fosse più leggera di tante altre, ma correre come
faceva lei tutto il giorno, piegata nello sforzo di filare via carica
di acqua, era tutto fuorché semplice. Lo sapeva bene il suo fisico,
adattato allo sforzo fisico e modellato di conseguenza. Il seno
abbondante , sul ventre piatto e il vitino da vespa di cui tanto
andava fiera, era l'unico ingombro di cui avrebbe fatto a meno
durante le cavalcate forsennate in sella al suo inseparabile mezzo a
due ruote, questo almeno fino al momento in cui non le capitava di
specchiarsi nei vetri degli spacci aziendali. In quei frangenti
poteva ammirare estasiata la sua figura, provando un guizzo di
orgoglio e un brivido di eccitazione nell'osservare ogni sua curva
voluttuosa che sembrava gridare desiderio a ogni fremito. Quando
giunse nei pressi del campo dove lavorava quel ragazzo dagli occhi
penetranti, quindi, non ci pensò due volte a togliersi il fazzoletto
dalla testa e scuotere i suoi lunghi capelli ramati, selvaggi nella
massa fulva che era fiera di ostentare alla luce del sole.
Uscì dall'acqua e
notò come gli ultimi raggi di sole che filtravano tra gli alberi le
cadessero addosso giocando col pulviscolo fine che le vorticava
attorno. La sua pelle riluceva nel riflesso dorato del tramonto
facendola sentire sensuale, bella come mai si era sentita. Il
pensiero del suo appuntamento notturno le accelerò i battiti del
cuore e le illanguidì le membra, inducendola a sorridere di
nascosto per il suo dolce segreto. Sentendosi osservata alzò lo
sguardo giusto in tempo per notare un paio di occhi chiari sparire
oltre le fronde degli alberi dirimpetto al canale e le guance
tornarono a imporporarsi. Le sue labbra dipinsero una “o” sul
volto stupito e lo sconcerto iniziale cedette subito il passo
all'emozione e alla meraviglia. Era lui? Davvero l'aveva vista nuda?
E cosa aveva pensato? Le era piaciuta? Gli occhi lucidi di
incredulità, afferrò l'asciugamano e iniziò a tergersi l'acqua di
dosso. Ascoltò distrattamente Nilde blaterare qualcosa senza
realmente dare peso alle sue parole. Quegli occhi le erano entrati
dentro, cantandole una melodia impossibile da ignorare.
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