lunedì 24 novembre 2014

Tentazione e Orgoglio di Simona Liubicich

Tentazione e orgoglio

Guglielmo è bellissimo, ma nonostante questo non lo è stato abbastanza per rapire il cuore di Costanza, l'attuale moglie di suo cugino Simone. Lo stesso Simone, dissolutissimo, dei servizi segreti di Napoleone, lo stesso biondissimo angelo che è capitolato sotto gli effluvi dell'amore in quel di Roma. Guglielmo sembra destinato a una vita di spionaggio, solitudine ed effimero affetto. Rosario, una donna dal fascino travolgente e dolce, nonostante il lavoro di spia, sembrerebbe la donna con la quale dividere i momenti di abbandono per la vita, e Guglielmo è stato anche sul punto di chiederle la mano. Perché non lo ha fatto? Perché non è riuscito a lasciarsi andare? Forse perché attendeva la Dama Oscura? Forse perché inconsciamente sapeva che avrebbe conosciuto il vero amore e che, come in un perfetto dramma shakespeariano, avrebbe sofferto pur di ottenerlo? Guglielmo non ha idee chiare riguardo il corso degli eventi, ma sa perfettamente qual è il suo destino e per tutto l'oro del mondo, mettendo a repentaglio anche la sua vita, cercherà di vivere l'amore tenebroso che il fato gli ha messo sulla strada dell'esistenza. Lucilla è il suo futuro.
Torna Simona Liubicich, torna l'amore e la passione del 1800. Avendo dato prova con il suo primo episodio della trilogia di essere perfettamente calata nello spirito Harmony, Simona si permette ardimento e originalità nel secondo come fosse una scrittrice affermata, quale dimostra di essere in effetti. Lo stile, qui, risulta leggermente differente, forse più scarno di un'ampollosità che ad alcuni odorava di infodump ma che credo invece caratterizzasse al meglio il periodo storico in cui i personaggi si muovono. Devo ammettere che a me lo stile precedente piaceva forse di più, però è anche vero che uno scrittore ha il dovere verso il lettore di evolversi, tentare, sperimentare, transitare nelle varie fasi letterarie che per naturalezza si trova a dover fronteggiare. Come nel canto si impara a utilizzare il diaframma per esteriorizzare al meglio il proprio talento, così la Liubicich inizia a mettere a frutto gli studi di tecnica scrittoria che sicuramente ha intrapreso spinta da un talento naturale che aveva bisogno di essere affinato. Come in ogni processo, quindi, Tentazione e Orgoglio risulta essere un romanzo di transizione nella maturità letteraria dell'autrice. Originale e perfettamente caratterizzata la figura di Lucilla, o Lucinda, che fornisce uno spettro più ampio per comprendere la visione femminile che ha Simona della donna nonché la sua nuova verve in ambito letterario. Sempre più forte, sempre più padrona delle proprie azioni, la protagonista gioca con il suo corpo solo in apparenza per volere altrui. Lei decide di intraprendere un percorso di vita che la porterà a essere una spia della Corona e sarà sempre lei a scegliere di abbandonare il suo mondo dorato e artificiale per seguire la chimera di un amore improvviso e forse neanche mai provato. Guglielmo è un uomo statuario, bellissimo, forte e che rispecchia perfettamente i canoni prestabiliti che una lettrice di romance cerca per appagare la sua sete di passione. Credo che nel paragone, però, tra il primo e il secondo episodio della trilogia sia lapalissiana la preferenza della Liubicich per uomini nordici, quale Simone dimostra di incarnare le caratteristiche. Tra Guglielmo e il conte Aldobrandini c'è un divario davvero notevole. Con Guglielmo, infatti, Simona si limita a descriverne la passionalità, cosa portata invece all'estremo nel primo volume dove la caratterizzazione maschile conosce i suoi massimi livelli. Anche il cattivo subisce un inflessione, forse perché in Tentazione e Orgoglio ve ne è solo uno, a differenza del trio malvagio che ordiva alle spalle di Costanza in Seduzione e Vendetta. Jonathan è sì perfido, mosso da una sete di vendetta latente e intimamente spregevole, forse però non lo è fin dall'inizio, facendo perdere un po' di mordente nei suoi confronti. In effetti non vi è una vera e propria empatia negativa nei suoi confronti da parte del lettore, più un fastidio strisciante che però non raggiunge il livello di astio che si ha al cospetto di un Rizzo o di una Sveva. Importantissima la figura della famiglia, della ricerca di solidità e dell'affetto parentale che Simona rimarca in ogni paragrafo, cementificando la sua filosofia che vede il microcosmo domestico come fonte di salvezza da qualsiasi negatività esterna. I figli sono visti come pietra miliare da salvaguardare per una felicità immensa, imprescindibile.n Tra le pagine del romanzo Simone ammette come sua moglie e le sue figlie gli abbiano permesso di risalire dal buio in cui era immerso prima della loro comparsa nella sua vita. Lo stesso tutore di Lucilla, Rathborne, mostra una tenerezza nei confronti della sua pupilla alla stregua di un vero padre che commuove e fa riflettere. Pur essendo un Harmony, e quindi un romanzo di evasione, la Liubicich riesce a trasmettere i valori che reputa fondamentali e lo fa con la sua solita classe. Lettura consigliatissima di quello che credo sia una tappa fondamentale per arrivare al terzo volume della trilogia. Tentazione e Orgoglio è un romanzo ricco di suspence e Simona Liubicich ha il pregio di confezionare ogni volta storie dal finale oscuro e velato di mistero, storie dai voli pindarici il cui epilogo occhieggia a ogni pagina senza mai rivelarsi. Cosa ci attenderà nel terzo episodio della saga? Quale personaggio avrà deciso di rendere protagonista, la nostra autrice, per farci sognare ancora una volta? Tra pochissimi giorni lo saprete...

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