Guglielmo è bellissimo, ma nonostante
questo non lo è stato abbastanza per rapire il cuore di Costanza,
l'attuale moglie di suo cugino Simone. Lo stesso Simone,
dissolutissimo, dei servizi segreti di Napoleone, lo stesso
biondissimo angelo che è capitolato sotto gli effluvi dell'amore in
quel di Roma. Guglielmo sembra destinato a una vita di spionaggio,
solitudine ed effimero affetto. Rosario, una donna dal fascino
travolgente e dolce, nonostante il lavoro di spia, sembrerebbe la
donna con la quale dividere i momenti di abbandono per la vita, e
Guglielmo è stato anche sul punto di chiederle la mano. Perché non
lo ha fatto? Perché non è riuscito a lasciarsi andare? Forse perché
attendeva la Dama Oscura? Forse perché inconsciamente sapeva che
avrebbe conosciuto il vero amore e che, come in un perfetto dramma
shakespeariano, avrebbe sofferto pur di ottenerlo? Guglielmo non ha
idee chiare riguardo il corso degli eventi, ma sa perfettamente qual
è il suo destino e per tutto l'oro del mondo, mettendo a repentaglio
anche la sua vita, cercherà di vivere l'amore tenebroso che il fato
gli ha messo sulla strada dell'esistenza. Lucilla è il suo futuro.
Torna Simona Liubicich, torna l'amore e
la passione del 1800. Avendo dato prova con il suo primo episodio
della trilogia di essere perfettamente calata nello spirito Harmony,
Simona si permette ardimento e originalità nel secondo come fosse
una scrittrice affermata, quale dimostra di essere in effetti. Lo
stile, qui, risulta leggermente differente, forse più scarno di
un'ampollosità che ad alcuni odorava di infodump ma che credo invece
caratterizzasse al meglio il periodo storico in cui i personaggi si
muovono. Devo ammettere che a me lo stile precedente piaceva forse di
più, però è anche vero che uno scrittore ha il dovere verso il
lettore di evolversi, tentare, sperimentare, transitare nelle varie
fasi letterarie che per naturalezza si trova a dover fronteggiare.
Come nel canto si impara a utilizzare il diaframma per esteriorizzare
al meglio il proprio talento, così la Liubicich inizia a mettere a
frutto gli studi di tecnica scrittoria che sicuramente ha intrapreso
spinta da un talento naturale che aveva bisogno di essere affinato.
Come in ogni processo, quindi, Tentazione e Orgoglio risulta essere
un romanzo di transizione nella maturità letteraria dell'autrice.
Originale e perfettamente caratterizzata la figura di Lucilla, o
Lucinda, che fornisce uno spettro più ampio per comprendere la
visione femminile che ha Simona della donna nonché la sua nuova
verve in ambito letterario. Sempre più forte, sempre più padrona
delle proprie azioni, la protagonista gioca con il suo corpo solo in
apparenza per volere altrui. Lei decide di intraprendere un percorso
di vita che la porterà a essere una spia della Corona e sarà sempre
lei a scegliere di abbandonare il suo mondo dorato e artificiale per
seguire la chimera di un amore improvviso e forse neanche mai
provato. Guglielmo è un uomo statuario, bellissimo, forte e che
rispecchia perfettamente i canoni prestabiliti che una lettrice di
romance cerca per appagare la sua sete di passione. Credo che nel
paragone, però, tra il primo e il secondo episodio della trilogia
sia lapalissiana la preferenza della Liubicich per uomini nordici,
quale Simone dimostra di incarnare le caratteristiche. Tra Guglielmo
e il conte Aldobrandini c'è un divario davvero notevole. Con
Guglielmo, infatti, Simona si limita a descriverne la passionalità,
cosa portata invece all'estremo nel primo volume dove la
caratterizzazione maschile conosce i suoi massimi livelli. Anche il
cattivo subisce un inflessione, forse perché in Tentazione e
Orgoglio ve ne è solo uno, a differenza del trio malvagio che ordiva
alle spalle di Costanza in Seduzione e Vendetta. Jonathan è sì
perfido, mosso da una sete di vendetta latente e intimamente
spregevole, forse però non lo è fin dall'inizio, facendo perdere un
po' di mordente nei suoi confronti. In effetti non vi è una vera e
propria empatia negativa nei suoi confronti da parte del lettore, più
un fastidio strisciante che però non raggiunge il livello di astio
che si ha al cospetto di un Rizzo o di una Sveva. Importantissima la
figura della famiglia, della ricerca di solidità e dell'affetto
parentale che Simona rimarca in ogni paragrafo, cementificando la sua
filosofia che vede il microcosmo domestico come fonte di salvezza da
qualsiasi negatività esterna. I figli sono visti come pietra miliare
da salvaguardare per una felicità immensa, imprescindibile.n Tra le
pagine del romanzo Simone ammette come sua moglie e le sue figlie gli
abbiano permesso di risalire dal buio in cui era immerso prima della
loro comparsa nella sua vita. Lo stesso tutore di Lucilla, Rathborne,
mostra una tenerezza nei confronti della sua pupilla alla stregua di
un vero padre che commuove e fa riflettere. Pur essendo un Harmony, e
quindi un romanzo di evasione, la Liubicich riesce a trasmettere i
valori che reputa fondamentali e lo fa con la sua solita classe.
Lettura consigliatissima di quello che credo sia una tappa
fondamentale per arrivare al terzo volume della trilogia. Tentazione
e Orgoglio è un romanzo ricco di suspence e Simona Liubicich ha il
pregio di confezionare ogni volta storie dal finale oscuro e velato
di mistero, storie dai voli pindarici il cui epilogo occhieggia a
ogni pagina senza mai rivelarsi. Cosa ci attenderà nel terzo
episodio della saga? Quale personaggio avrà deciso di rendere
protagonista, la nostra autrice, per farci sognare ancora una volta?
Tra pochissimi giorni lo saprete...
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