Poche le parole da spendere nei
confronti di qualcosa che dovrebbe essere semplicemente lapalissiano:
l'agente letterario è un mestiere e come tale va considerato. Non vi
sono scorciatoie e sconti in tal senso. Nessuno si sognerebbe mai di
andare da un notaio per un rogito e pretendere di non pagarlo, no?
Allora come mai, ultimamente, si pensa sia assurdo pagare e avvalersi
del lavoro di un professionista? Perché, forse, la tecnologia ci ha
portati a credere che chiunque possa essere in grado di far tutto. E
in parte è così. In parte, poiché per poter raggiungere un
obiettivo vi è comunque bisogno di esperienza, mezzi, opportunità e
conoscenze. Un autore, al giorno d'oggi, pensa di essere tale
soltanto perché è stato in grado di ticchettare sulla propria
tastiera parole di senso compiuto atte, forse, a descrivere una
scena, un episodio, una storia. Ma quanti, tra gli autori emergenti
ed esordienti, possono dire di essere realmente scrittori? Non
essendovi più una selezione, grazie all'auto pubblicazione, chiunque
sembra poter essere in grado di vendere il proprio “talento”. Ma
il talento, in queste persone, esiste davvero? Agente Letterario 3,0
Reloaded si prefigge, riuscendoci, di spiegare come sia cambiata, nel
tempo, la situazione dell'editoria moderna e come, per un'agente, sia
d'obbligo uniformarsi a tale avanguardia in modo da poter offrire un
servizio sempre al top delle aspettative. Ma questo piccolo manuale
non è solo questo. È anche chiedere agli autori un bagno di umiltà
nel riconoscere i meriti di un mestiere fin troppo bistrattato in
Italia, quello dell'agente, e soprattutto comprendere che scrivere un
libro, per quanto bello, non significa diventare il prossimo Stephen
King. Come mai, ultimamente, son tutti autori, qui in Italia? E come
mai tutti questi autori si improvvisano imprenditori di sé stessi,
magari incappando in ingenuità che mediante la figura professionale
dell'agente eviterebbero accuratamente? Perché il mestiere dello
scrittore, ormai, è visto come un lavoro che tutti possono fare,
senza studi, senza letture, senza assidua frequentazione di manuali
di grammatica italiana. E l'agente, non è figura meno snobbata. A
cosa serve un agente a chi è convito di aver scritto un best seller
in grado di scalare le classifiche in men che non si dica? E magari
talmente valido da esser notato, per meriti, dalle grandi case
editrici e ottenere, mediante questo, un contratto milionario?
Parafrasando Carla Casazza, l'autore reloaded 3,0 è convinto che
l'agenzia letteraria sia solo una schiera di parassiti e che l'agente
miri semplicemente a rubare i suoi milionari guadagni futuri. Allora,
credo, sarebbe il caso riavvolgere il nastro, leggere e ascoltare chi
dell'editoria ha fatto la propria vita e imparare, semplicemente
imparare. Con umiltà e tanta voglia di lasciarsi guidare. E si,
pagare anche, se ciò a cui si aspira è il professionismo. Se si
vuole ottenere una laurea, si pagano le tasse universitarie, se si
vuole un consulto legale si paga un avvocato. Nello stesso modo, se
si vuole diventare scrittori e avere la possibilità di avere un
parere sincero sul proprio lavoro, sulle proprie potenzialità senza
essere raggirati dagli squali presenti nel mondo editoriale moderno,
ci si rivolge a un professionista quale l'agente letterario. E nel
frattempo, se si vuole capire qualcosa di tutto ciò che ho scritto
fino a ora in maniera chiara, precisa e puntuale, si legge Agente
Letterario 3,0 Reloaded di Carla Casazza, edito da Errant edizioni...
Perché la cultura non si coglie in un prato come le margherite e la
professionalità si acquisisce con il sacrificio, il sudore della
fronte e moltissima passione e umiltà.
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