martedì 14 ottobre 2014

La Sposa del guerriero di Jessica Ravera


Freya, la sposa del guerriero

Freya è bella, giovane, dal volto delicato e quasi angelico. Perfetta per essere data in moglie a qualche guerriero sovrano del regno. Sua madre è troppo astuta e troppo lungimirante per i propri interessi per non approfittare di quella fortuna sfacciata. Non le importa dell'affetto della giovane per la sua terra, per i suoi amici, per suo fratello. Non le interessa nulla di quella splendida ragazza, se non il sapere se sia illibata o meno. L'unica sua preoccupazione, infatti, si riduce a quel particolare che la ragazza custodisce gelosamente nel suo corpo. Pudica, ma obbediente, si lascia controllare e maritare, cominciando a coltivare un odio che ben presto la porterà a intraprendere strade discutibili e scelte ardite. Perché il suo essere trattata alla stregua di un uccellino in gabbia non si confà al suo spirito ribelle e indipendente. Ma nel periodo che vedrà la ragazza sbocciare e diventare sempre più bella e suadente ci sarà suo marito. L'uomo che lei non vuole, che ripudia con tutta se stessa. L'uomo che, nonostante tutto, riesce a farle palpitare il cuore senza che neanche se ne renda conto.

Jessica Ravera si inerpica lungo le vie tortuose di questo romance storico, per nulla banale e ben costruito, con la semplicità che tanto viene apprezzata nei romanzi noti alle fruitrici degli Harmony. La situazione storica è dettagliata, tanto che vien quasi voglia di fare un tuffo nei libri di scuola alla ricerca delle terre e della loro tumultuosa storia bellica, e i personaggi ben caratterizzati. Fin dal principio si mescolano emozioni contrastanti nel cuore del lettore, alle prese con i ricordi scottanti di Freya e delle costrizioni di cui è stata fatta oggetto. Si avverte chiara una forte ostilità verso la figura femminile, come se l'autrice volesse denunciare con mano e voce ferma il comportamento vile e viscido delle matriarche dell'epoca. Molto spesso, infatti, erano loro a prendere le decisioni più importanti, specialmente nei riguardi della prole femminile, buona per acquisire prestigio e nulla altro. L'uomo, tranne pochi casi, invece ha un ruolo decisamente positivo. Non solo Feran è bellissimo e saggio, in una maniera quasi sovrannaturale, ma anche il padre di Freya viene descritto come buono d'animo e gioviale di carattere. Nell'età della fanciullezza, poi, anche suo fratello e il suo migliore amico, di cui la ragazza è innamorata, conservano un'aura di grande positività. Tale aspetto verrà perduto col tempo, quasi come se l'autrice desiderasse trasmettere il concetto che la maturità e la conoscenza del male siano in grado di corrompere gli animi più nobili, forse avvezzi per naturale patrimonio genetico a essere inclini alla malvagità e alla pazzia. Freya è l'unico personaggio, in tutta questa storia, in grado di maturare e che ha la possibilità di farlo senza troppe conseguenze. È una donna che ha sofferto, strappata alla sua terra natìa e costretta ad amare un uomo che vede per la prima volta il giorno delle sue nozze. Fortuna vuole che, al suo cospetto, non compaia il perfido re Maven, bensì un uomo di rigore, di grande saggezza e pazienza, che sa padroneggiare le armi con cognizione di causa, senza lasciare che siano i sentimenti a governare il suo braccio saldo. Questo è l'aspetto che le lettrici di romanzi rosa amano e che, in fondo, ricercano in ogni storia che leggono. Jessica centra il punto e lo fa in maniera accattivante, ma anche dolce, avendo la premura e la caparbietà di perfezionare un racconto passato e pubblicato con una casa editrice che ha purtroppo cessato le sue attività. Un romanzo breve per sognare che, sicuramente, crescerà di giorno in giorno nel cuore dell'autrice, la quale si dimostra perfettamente in grado di far rivivere le personalità dei personaggi de La Sposa del Guerriero in storie future, magari ancora più grandiose. Facendo sognare ancora.

Nessun commento:

Posta un commento