mercoledì 22 ottobre 2014

Sogni apparenti di Ellah K Drake

Sogni Apparenti

Angie è a pezzi. Il suo James, l'attorone scozzese che fa impazzire le bionde (ma pure le more, le rosse e chi più ne ha più ne metta) l'ha abbandonata nella loro villetta di Milano. Abbandonata senza una spiegazione, nel silenzio totale. E dopo una telefonata devastante, dettata dalla disperazione, decide di annegare i suoi dispiaceri nell'alcol. Tutti sanno che effetti abbia il nettare degli dei sulla mente depressa di Angie. Tutti, anche lei. Chi ancora lo ignora è Roberto, un figo assurdo uscito da chissà dove in quello che una volta era il pub in cui Angie aveva conosciuto James, ora diventato un localaccio di lap dance. E Roberto si innamorerà della Angie scrittrice, della Angie depressa e della Angie combattiva e astiosa. Insomma, che sia lui l'uomo giunto dall'universo a trarre d'impaccio la ragazza dal suo destino perverso, costellato da occhi blu, abbandoni e dolorose rinunce? No! No, perché Roberto non sarà un attore, ma è pur sempre un giornalista freelance, reporter di guerra. Roberto non può essere l'uomo giusto e per Angie la stagione della depressione è ancora aperta. Ma se il destino stesse per giocare uno scherzetto niente male sul treno diretto verso Parigi? Se un toy boy arrivasse per sconquassare la vita alla povera Angie, facendoci odiare definitivamente James, già reo di inettitudine?
Come si è capito, ho letto il seguito di “Sognando una stella”, ovvero “Sogni apparenti”. Come si è capito ho millemila cose da dire su Angie e le sue disavventure. Come si è capito odio James con tutto il mio essere e, per non rischiare di essere fraintesa, dichiaro pure di amare alla follia l'elemento sorpresa che farà tirare un sospiro di sollievo al lettore nella valle di lacrime che sembra essere la vita della povera scrittrice milionaria (che non sarà come quella del maghetto, ma cavoli: tutte sogniamo una carriera simile!) Torna Ellah K Darke, tornano i suoi esilaranti personaggi e la sua personale visione di una Hollywood popolata da attori gentili, superfighissimi e che fanno il verso a quelli veri e reali che camminano il red carpet ai giorni nostri (mi sono sbellicata quando ho letto Denzel Wash! Il particolare mi ha riportato indietro nel tempo, a quando leggevo le storie di Topolino, dove un improbabile giornalista Paperica intervistava gli attori famosi)
Ma veniamo alle cose serie: James ci ha stancato. Lui e la sua arroganza, superfigaggine de noantri, dagli occhi azzurri che sembrano voler acchiappare ogni cosa presente nella stanza, pure il pulviscolo svolazzante. Diciamocelo: gli stronzi non fanno più tanta gola come una volta. Ovvero. Si, la fanno, ma il troppo stroppia e James l'ha fatta fuori dal vasino. E per quello non c'è rimedio. Anzi si: Alex. Ragazzi miei, che cos'è Alex? Alex è la ventata d'aria fresca che serviva. Ella è riuscita a stravolgere l'intero romanzo, e non è da tutti. Invece di rimanere fossilizzati su una amore che consuma e dilania, ha voltato pagina e l'ha fatta voltare anche alla sua eroina: applausi! L'unica cosa che risulta ridondante, forse, è il fatto che tutti gli uomini fighi della terra si innamorino di Angie, ma in un romanzo d'evasione come questo ci può stare. C'è da dire, comunque, che per essere un chick lit Ellah tratta argomenti seri e per nulla scontati. Primo fra tutti la guerra, con i suoi scenari sanguinari e lo spauracchio della morte sempre presente. L'autrice è bravissima a non impietosire, ma anche a non appesantire l'argomento, lasciando che sia l'immaginazione a parlare, evocando le immagini che solo la parola guerra è in grado di suggerire. Vi è poi il tema del riscatto dopo la delusione. Non è un argomento scontato o di poco conto. Non tutti sono in grado di risalire la china dopo una delusione d'amore così forte da annientare perfino l'anima. Commutare la sofferenza in ricchezza è una dote che in pochi hanno, anche se dovrebbe essere nota comune per imparare a vivere. È in questo particolare che si evince tutta la positività dell'autrice. Sembra, ad alcuni, fuori luogo parlare di elfi, fate e piccolo popolo in frangenti in cui la realtà sbatte in faccia il conto di un sogno. Credo invece che credere nella forza della natura e dell'universo, traendo da essi l'energia necessaria per tornare a combattere nel quotidiano, sia una filosofia da imitare, per nulla dispendiosa e dai risultati garantiti. Io adoro Ellah anche per questo aspetto. Nei suoi libri traspare sempre uno slancio di luce, anche nei momenti più bui, che consente di guardare al domani con una mente rilassata e libera da impedimenti inutili. Approcciarsi alla vita considerando giorno per giorno, accettando il proprio destino tentando di uniformarlo al proprio bisogno.
Al di là della profondità insita nel romanzo, comunque, c'è la buona dose di sorriso che Ellah riesce a elargire a chiunque mediante Angie e i suoi dialoghi azzaccatissimi. Ho apprezzato moltissimo il linguaggio colloquiale che caratterizza questo secondo volume della trilogia. Ho notato una crescita in termini di scrittura notevole, adorando ogni pagina letta. Scorrevole, pieno di brio e ironia, Sogni apparenti emoziona e non tradisce lo spirito con cui è stato concepito. Ellah non modifica nulla del proprio stile, lo arricchisce rendendolo più fluido, ma non cede alle lusinghe della moda. Non tradisce, quindi, il lettore, mantenendo la promessa di un amore divertente.
Consigliato a chi già ha letto il primo volume e anche a chi si appresta a farlo. Prendete Sognando una stella, perché il suo continuo è anche migliore!

Piccolo appello personale: Ellah, ti prego, non attuare ciò che hai scritto nelle battute finali. Ti prego, Alex è decisamente la cosa migliore per tutti

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