Angie è a pezzi. Il suo James,
l'attorone scozzese che fa impazzire le bionde (ma pure le more, le
rosse e chi più ne ha più ne metta) l'ha abbandonata nella loro
villetta di Milano. Abbandonata senza una spiegazione, nel silenzio
totale. E dopo una telefonata devastante, dettata dalla disperazione,
decide di annegare i suoi dispiaceri nell'alcol. Tutti sanno che
effetti abbia il nettare degli dei sulla mente depressa di Angie.
Tutti, anche lei. Chi ancora lo ignora è Roberto, un figo assurdo
uscito da chissà dove in quello che una volta era il pub in cui
Angie aveva conosciuto James, ora diventato un localaccio di lap
dance. E Roberto si innamorerà della Angie scrittrice, della Angie
depressa e della Angie combattiva e astiosa. Insomma, che sia lui
l'uomo giunto dall'universo a trarre d'impaccio la ragazza dal suo
destino perverso, costellato da occhi blu, abbandoni e dolorose
rinunce? No! No, perché Roberto non sarà un attore, ma è pur
sempre un giornalista freelance, reporter di guerra. Roberto non può
essere l'uomo giusto e per Angie la stagione della depressione è
ancora aperta. Ma se il destino stesse per giocare uno scherzetto
niente male sul treno diretto verso Parigi? Se un toy boy arrivasse
per sconquassare la vita alla povera Angie, facendoci odiare
definitivamente James, già reo di inettitudine?
Come si è capito, ho letto il seguito
di “Sognando una stella”, ovvero “Sogni apparenti”. Come si è
capito ho millemila cose da dire su Angie e le sue disavventure. Come
si è capito odio James con tutto il mio essere e, per non rischiare
di essere fraintesa, dichiaro pure di amare alla follia l'elemento
sorpresa che farà tirare un sospiro di sollievo al lettore nella
valle di lacrime che sembra essere la vita della povera scrittrice
milionaria (che non sarà come quella del maghetto, ma cavoli: tutte
sogniamo una carriera simile!) Torna Ellah K Darke, tornano i suoi
esilaranti personaggi e la sua personale visione di una Hollywood
popolata da attori gentili, superfighissimi e che fanno il verso a
quelli veri e reali che camminano il red carpet ai giorni nostri (mi
sono sbellicata quando ho letto Denzel Wash! Il particolare mi ha
riportato indietro nel tempo, a quando leggevo le storie di Topolino,
dove un improbabile giornalista Paperica intervistava gli attori
famosi)
Ma veniamo alle cose serie: James ci ha
stancato. Lui e la sua arroganza, superfigaggine de noantri, dagli
occhi azzurri che sembrano voler acchiappare ogni cosa presente nella
stanza, pure il pulviscolo svolazzante. Diciamocelo: gli stronzi non
fanno più tanta gola come una volta. Ovvero. Si, la fanno, ma il
troppo stroppia e James l'ha fatta fuori dal vasino. E per quello non
c'è rimedio. Anzi si: Alex. Ragazzi miei, che cos'è Alex? Alex è
la ventata d'aria fresca che serviva. Ella è riuscita a stravolgere
l'intero romanzo, e non è da tutti. Invece di rimanere fossilizzati
su una amore che consuma e dilania, ha voltato pagina e l'ha fatta
voltare anche alla sua eroina: applausi! L'unica cosa che risulta
ridondante, forse, è il fatto che tutti gli uomini fighi della terra
si innamorino di Angie, ma in un romanzo d'evasione come questo ci
può stare. C'è da dire, comunque, che per essere un chick lit Ellah
tratta argomenti seri e per nulla scontati. Primo fra tutti la
guerra, con i suoi scenari sanguinari e lo spauracchio della morte
sempre presente. L'autrice è bravissima a non impietosire, ma anche
a non appesantire l'argomento, lasciando che sia l'immaginazione a
parlare, evocando le immagini che solo la parola guerra è in grado
di suggerire. Vi è poi il tema del riscatto dopo la delusione. Non è
un argomento scontato o di poco conto. Non tutti sono in grado di
risalire la china dopo una delusione d'amore così forte da
annientare perfino l'anima. Commutare la sofferenza in ricchezza è
una dote che in pochi hanno, anche se dovrebbe essere nota comune per
imparare a vivere. È in questo particolare che si evince tutta la
positività dell'autrice. Sembra, ad alcuni, fuori luogo parlare di
elfi, fate e piccolo popolo in frangenti in cui la realtà sbatte in
faccia il conto di un sogno. Credo invece che credere nella forza
della natura e dell'universo, traendo da essi l'energia necessaria
per tornare a combattere nel quotidiano, sia una filosofia da
imitare, per nulla dispendiosa e dai risultati garantiti. Io adoro
Ellah anche per questo aspetto. Nei suoi libri traspare sempre uno
slancio di luce, anche nei momenti più bui, che consente di guardare
al domani con una mente rilassata e libera da impedimenti inutili.
Approcciarsi alla vita considerando giorno per giorno, accettando il
proprio destino tentando di uniformarlo al proprio bisogno.
Al di là della profondità insita nel
romanzo, comunque, c'è la buona dose di sorriso che Ellah riesce a
elargire a chiunque mediante Angie e i suoi dialoghi azzaccatissimi.
Ho apprezzato moltissimo il linguaggio colloquiale che caratterizza
questo secondo volume della trilogia. Ho notato una crescita in
termini di scrittura notevole, adorando ogni pagina letta.
Scorrevole, pieno di brio e ironia, Sogni apparenti emoziona e non
tradisce lo spirito con cui è stato concepito. Ellah non modifica
nulla del proprio stile, lo arricchisce rendendolo più fluido, ma
non cede alle lusinghe della moda. Non tradisce, quindi, il lettore,
mantenendo la promessa di un amore divertente.
Consigliato a chi già ha letto il
primo volume e anche a chi si appresta a farlo. Prendete Sognando una
stella, perché il suo continuo è anche migliore!
Piccolo appello personale: Ellah, ti
prego, non attuare ciò che hai scritto nelle battute finali. Ti
prego, Alex è decisamente la cosa migliore per tutti
La recensione più bella mai avuta! Grazie ♥
RispondiElimina:) Grazie a te di essere sempre te stessa!
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