In silenzio, molto in silenzio, ho
acquistato il Ciliegio e mi sono chiusa col pc nell'austerità pacata
di una notte buia e tempestosa. Il bimbo dormiva, il marito anche e
ho deciso che, per iniziare degnamente un viaggio alla scoperta della
femminilità, bisognava che io stessi attenta, in lancio verso il mio
io, proiettata nell'avidità di sapere, conoscere, sentire. E Nora
Noir non mi ha delusa. Senza smentirmi, senza ripetersi, in uno stile
consueto ma dopotutto nuovo perché frizzante al punto di non
ritorno, il suo Ciliegio in fiore mi ha avvinta. Come parlando al
telefono con una cara amica, ho sentito sciorinare le pagine da una
voce guida, quella dell'autrice, mentre mimava consapevole la sua
storia, donando l'inflessione giusta alle parole, sporcandole un poco
con la cadenza del nord che rende tutto più globale e meno
artificioso nell'incedere del racconto. Ho conosciuto Ume, assieme a
Bea, sentendomi piccola nel bugigattolo dove insegna e grande nel
silenzio della sua arte. Ho conosciuto Alessandro, godendo del suo
fascino e bevendo avida i languidi sguardi che lanciava, preda di un
desiderio palpabile e impossibile da ignorare. Ho conosciuto Flavia,
la sua personalità esplosiva, la sua ambiguità e il suo essere così
dannatamente “quotidiana” e stereotipata alla maggior parte delle
persone “amiche” vuote, proiettate a velocità supersonica
unicamente verso il proprio baricentro immenso e per questo
insormontabile. Alterigia, superbia, dolcezza e umiltà si sono dati
appuntamento, nella fantasia di Nora, dando vita al romanzo che già
sapevamo sarebbe arrivato. Con la Serva di Vienna, con Candy Apple...
La Noir era destinata a fare il balzo e, come una vera gatta, nera e
sinuosa, è balzata laddove tanti non osano neanche sperare.
Approdando in Rizzoli, Nora ha dato prova di meritare ancora prima
delle ufficializzazioni. Non ci sono corsie preferenziali, tappe
mirate o sotterfugi, nel successo di questa autrice . C'è solo puro
talento e la dannatissima voglia di emergere, sacrosanta e
meritevole. Tra queste pagine avevo osato immaginare per lei un
futuro degno di questo nome, e le mie parole sono state prese in
considerazione. Dall'autrice stessa che, contando solo sulle sue
forze, forte di uno studio approfondito e di una tenacia forte e
dirompente, ha scritto, immaginato, mostrato, narrato. Ha reso il suo
lavoro una perla, simile al candore del fiore di ciliegio appena
sbocciato e screziato da venature tenui e colorate, talmente delicate
da uniformarsi creando una sfumatura unica che stupisce nel suo
splendore. Non mi dilungherò sulla storia, davvero ben
caratterizzata, chiaramente studiata, perfettamente resa. Non mi
soffermerò a parlare del desiderio di femminilità che avvince la
lettrice, donandole la forza, se bisognosa, di credere in sé stessa
gettando alle ortiche futilità quotidiane che prendono, sovente il
sopravvento sui valori giusti e concreti sui quali una vita vera
dovrebbe reggersi e basarsi, ovvero l'amore verso sé e gli altri,
godendo del poco tempo messo a disposizione dall'unica vita
concessaci a questo mondo. Non mi soffermerò neanche sulla
psicologia dei personaggi, tanto ricchi e completi da costituire base
portante di temi ben più importanti. In questa recensione voglio
concentrarmi sull'arte di Nora Noir di scrivere. Troppo spesso sento
polemiche astruse, gettate sul banco come basi incoerenti di tesi
davvero povere di decoro. Nora Noir se è giunta in Rizzoli lo
merita. La sua capacità narrativa supera di gran lunga decine di
autrici convinte, dimostrando ancora una volta come sia importante
studiare, non cedere alla lusinga della pubblicazione semplice e
priva di giudizio autorevole alcuno. Nora ha superato ostacoli,
scrivendo, sbagliando e correggendo. Ha fatto la cosiddetta gavetta,
ha sudato, ha ricevuto porte in faccia riaprendole una a una. Ora,
senza bussare, ha tutto il diritto di portare nelle case dei suoi
lettori questo piccolo gioiello erotico, di un erotismo fine e tenue,
mai ostentato ma lasciato affiorare a pelo d'acqua come uno scoglio.
Si è coscienti delle pulsioni selvagge proprie dell'essere umano, ma
non si vivono in maniera animalesca o travolgente. Come una rosa che
ai raggi del sole si apre, la sensualità di ogni personaggio si
mostra chiaramente ma con leggiadria, lasciando al lettore il compito
di immaginare, sentire, assaporare. Giunta al termine del Ciliegio,
stordita e assolutamente diversa da quando avevo iniziato, ho chiuso
il computer e ho chiuso gli occhi, ascoltando me stessa. Questa sarà
la reazione di qualunque persona giunta al termine dal viaggio di
Nora. Perché se c'è una cosa che l'autrice riesce a fare, nella sua
furba maestria, è entrare nella mente del lettore e rimanerci.
Strenuamente, come un folletto, nel non più disperato tentativo di
dirgli: fermati e ascoltati. Un momento, solo un momento per te.
Prendilo, assaporalo e godi della vita che ti è stata donata. In
ogni momento possibile.
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