Lo strano investigatore è in
aeroporto, non è ancora tornato in patria, eppure il telefono
squilla insistentemente. Può esistere riposo nell'animo di un uomo
avvezzo alle arti oscure e al combattimento delle stesse? Può
esistere ristoro dopo la caccia, dopo il combattimento, dopo
l'orrore? Per Kiesel no. E Lerner, che si prende gioco di lui
bonariamente, senza un reale secondo fine da strambo assistente quale
è, forse in fondo è solo preoccupato dall'automatismo con il quale
l'uomo sembra aver intrapreso la vita, o il suo continuo. Non deve
essere facile convivere con i suoi strani poteri, con le facoltà
psichiche che gli consentono di “vedere” e “sentire” le
persone nel loro intimo. Per questo, quindi, la telefonata di Guidi
giunge quasi scontata. Per questo, nonostante ogni caso sia
differente, il committente del nuovo caso non desta particolari
preoccupazioni. Fino a quando Kiesel si trova al cospetto della casa
dell'uomo. Fino a quando la stessa casa invita allo studio, alla
pazienza, alla ritirata persino. E sarà il delirio, un tremendo
delirio fatto di paura, corsa, affanno e morte. L'ombra
dell'inconsistente essenza dei demoni incomberà gravosa sulle spalle
dell'indagatore e nessuno potrà fermare una forza nata nell'ombra e
forgiatasi in essa. Nessuno...
David Falchi arriva in Dunwich con un
romanzo dalla copertina accattivante, dal titolo penetrante, e buca
il pensiero fin dalle prime battute. Solitamente mi tengo alla larga
dagli horror moderni, non per spocchia, ma per mancanza generale di
originalità. Un'originalità che sembra essere stata perduta
parecchio tempo fa, sia in ambito cinematografico, sia letterario. E
non è un problema italiano, come molti suppongono, erroneamente e
stupidamente aggiungerei, ma credo sia frutto dell'epoca in cui
viviamo, erede di grandi che sono stati in grado di inventare in
maniera geniale lasciando un compito troppo arduo da svolgere. Ho
voluto provare e sono stata ripagata profumatamente. Falchi non solo
dipinge la sua narrativa con cura, ma sceglie i colori, dosandone
l'intensità, valutando le sfumature cromatiche di ogni situazione in
modo che il quadro, nel suo insieme, non sia sbilanciato. Originale,
fortemente legato a canoni classici che rappresentano omaggio puro ai
grandi maestri, l'autore inventa avvalendosi di uno stile narrativo
chiaro, mai banale, forte di una proprietà lessicale buona e per
nulla ampollosa come molti invece tendono a ostentare per tentare di
emulare, male per altro. Kiesel è una sorta di Dean Winchester
(Supernatural) senza la classica vena caricaturale propria del
personaggio nel telefilm. Possiede grandi conoscenze e mediante esse
combatte l'oscurità. Non si parla di male, qui, ma di Luce e di
Oscurità ed è importante perché denota uno studio di fondo
dell'autore assolutamente da non sottovalutare. Del classico mondo
maligno, per come lo conosciamo, vi è ben poco e non se ne sente la
mancanza, gioendo invece per innovazioni di trama da applaudire senza
timore. Serio, equilibrato, umano nei suoi cedimenti e tanto
imperturbabile nel perseguire i propri propositi, Kiesel è
l'antieroe per eccellenza. Un antieroe senza bella è già, davvero,
una grande innovazione. Si lasciano da parte inutili distrazioni e si
arriva diritti al punto focale che il lettore di horror chiede,
assetato di paura, terrore strisciante e mistero. David assolve al
proprio compito e lo fa senza usare parsimonia, dosando bene ilarità,
data da uno sclaviano Lerner davvero azzeccatissimo e spassoso, e
tensione, creando un'alchimia difficile da ignorare nel crescendo
della narrazione. Si entra nella villa dei signori Guidi e si
deglutisce assieme a Kiesel, spaventati dall'ignoto, mentre con un
orecchio si presta attenzione alle indicazioni dell'assistente
evitando di toccare qualsiasi tipo di oggetto privi di protezioni. Si
vive Nero eterno e si comprende, pagina dopo pagina, il significato
del titolo. Un clima di assoluta tensione, quello descritto da
Falchi, che non ha nulla a che vedere con cose già viste. È
sorprendente il mondo di Lerner, le descrizioni riescono a trasporre
l'immaginario proprio del suo mondo e rendono la lettura scorrevole e
piacevole nonostante i temi trattati. Leggendo tra le righe è
possibile riscontrare una forte filosofia di fondo dell'autore che
tende a voler affrontare i problemi di petto, senza evitare gli
ostacoli ricorrendo a espedienti semplici e risolutivi. Il concetto
risulta estremamente chiaro nel comportamento di Kiesel, così
determinato a dare la caccia alla strana creatura che alberga nella
villa. E proprio la creatura e la sua natura risultano essere
sorprendentemente originali. Creata dall'odio, alimentata dal ricordo
che genera astio e sete di vendetta, la creatura muta forma come,
nella nostra realtà, l'odio stesso nel tempo diviene altro
dall'originale, modificando i suoi contorni pur di adattarsi ai
bisogni della mente umana così portata a dover credere in qualcosa
anche se questo risulta essere la causa di una possibile morte. E
allora non vi sono vinti o vincitori. Il signor Guidi è un perverso
maiale, ma sua moglie, silente nell'obbedienza, si rende carnefice a
sua volta spinta da una sete di vendetta che non dovrebbe esistere se
smorzata nel principio della sua alimentazione. Nel suo orrore,
Falchi vede utopia, come se l'esorcizzazione del male inteso come
oscurità vedesse la sua totale estirpazione nel convivio di un
rispetto agognato e reciproco. Importante la figura femminile, perché
intesa in una duplice valenza: quella spirituale e positiva,
caritatevole, e quella fisica, più soggetta alla corruzione
dell'anima e quindi incline a suscitare reazioni inaspettate
addirittura per se stessa. Non si riesce a rimanere impassibili
davanti alle sorti dei protagonisti e si patteggia per gli uni e per
gli altri, in una corsa contro il tempo che si sente anche solo
leggendo, il fiato corto nel giungere alla fine. L'unica nota stonata
dell'intera sinfonia di Nero Eterno è il finale, quasi tagliato
quasi sicuramente in attesa di un seguito che il lettore comunque
richiede a gran voce. E allora, David Falchi, a quando il prossimo
appuntamento con Kiesel e Lerner?
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