Dio mio, questi proprietari di cani di
razza, che impettiti spocchiosi e poco obiettivi sanno essere. Con
tutti i canili straripanti di cuccioli abbandonati, guarda tu se una
persona deve andare a considerare la lunghezza di una zampa, di un
baffo o di una ciocca di peli. Assurdo... E Giorgia è questo che
pensa passeggiando per Forte dei Marmi con la sua maltesina al
guinzaglio. Vorrebbe sotterrarsi per la vergogna. Lei, proprio lei
che rifiuta ogni tipo di considerazione venale legata agli animali,
porta al guinzaglio una cagnetta prezzolata come Neve... Ma non è
stata colpa sua: la signora Grimaldi è invecchiata, non si è più
curata di quel cucciolo e i parenti sembrano essersi dileguati... Che
fare, se non adottarla? E innamorarsene, ovviamente? E il
cappottino... Dio, è stata anche costretta a mettergli un
cappottino, a quello scricciolo peloso, perché in fondo non è
proprio per vezzo che si vestono gli animali con le caratteristiche
di Neve, è sopravvivenza canina. Insomma, un'animalista come lei
alle prese con una cagnolina da esposizione è un evento talmente
spassoso per gli amici da renderla quasi la personificazione
dell'ipocrisia. E se a questo si aggiunge il fatto che Grandine,
maltese esuberante e “figlioccio” di Tornabuoni (figo da paura)
decide di montare la piccola Neve paventando una cucciolata a cinque
zeri come minimo, la faccenda si complica. Che fare? Cedere alla
lusinga del denaro o rimanere fedele alla propria integerrima visione
della vita canina? Assecondare le avances dell'imprenditore (che
forse imprenditore non è) o rimanere saldamente ancorata a un
rapporto stantio con Monsterchef? Giorgia è combattuta, ma guardando
gli occhi teneri di Neve capisce di non serbare alcun dubbio riguardo
a lei e ai suoi cuccioli... E sarà un'avventura, nel vero senso
della parola.
Torna Letizia Draghi, su queste pagine,
e non più in Delos nella collana Senza Sfumature, dove l'avevamo
lasciata. Reinventandosi, quasi, nel filone chick lit, dove da prova
di riuscire a esprimersi nella stessa conturbante maniera dei suoi
lavori precedenti, la Draghi ha fatto il salto con “Sotto il segno
dei pesci” nella collana You Feel della Rizzoli e torna,
confermandosi autrice di tutto rispetto con il suo “Quel cucciolo è
mio!”. Siamo a Forte dei Marmi, luogo prediletto dalla scrittrice
per l'ambientazione dei suoi romanzi, e Giorgia è una donna
normalissima, la classica “comune mortale” che non comprende la
psicologia che si muove attorno al pedigree e ai soldi che vedono gli
animali alla stregua di un oggetto. Come tanti, del resto.
Sprezzante, quasi razzista nei confronti di chi fa della bellezza
canina un vanto, la ragazza non conosce e ignora le vere motivazioni
e i veri sacrifici che muovono talune situazioni. Come in ogni
aspetto sociale, infatti, non bisognerebbe mai giudicare senza vivere
ed è questa la filosofia portante della storia di Neve e Giorgia.
Come lo è il desiderio di evasione dalla vita quotidiana, stantia,
priva di abbrivio. Quanti, in un rapporto stanco, in una relazione
giunta al capolinea, si convincono della necessità di accontentarsi,
quasi certi del fatto che “è così che deve essere” senza
sognare davvero un lieto fine? Tanti. Molto pochi quelli che hanno
il coraggio di prendere in mano la propria vita e modificarla
radicalmente, guardando in faccia una realtà difficile da digerire.
Giorgia viene aiutata dagli eventi, comprendendo quanto Andrea, alias
Monsterchef, non sia l'uomo adatto a lei. Una scelta gigiona, che
però riesce a scuoterla, inducendola a guardarsi dentro e a
combattere la vita con le unghie, capendo anche quanto sia importante
la presenza degli affetti. Specialmente a Natale. Specialmente quando
le situazioni si fanno difficili e le proprie forze non bastano da
sole. Interessante constatare come tutte le protagoniste della Draghi
siano completamente sole, senza l'appoggio di una famiglia amorevole
alle spalle, come se fossimo tutti uccellini e vigesse la regola
“fuori dal nido si è soli”. Bella anche la visione che Letizia
ha del genere maschile, rude ma buono, passionale ma arrogante
all'apparenza. Leale, Tornabuoni rappresenta l'amore ed emoziona. Con
i suoi modi ironici, la sua tracotanza solo ostentata, la pazienza di
cercare un quid che non arriva mai... Ironica e frizzante, la Letizia
fa sorridere con uno humor forse di stampo anglosassone, che non
tende a far sganasciare, ma ridere sommessamente insinuandosi grazie
a una trama accattivante e dannatamente realistica. Non ci sono
favole, con la Draghi, ma fatti possibili. Raimondo Vianello e Sandra
Mondaini trovano i loro doppi in Giorgia e Tornabuoni, quasi a
insegnare che in fondo l'amore senza schermaglie non è bello come
dovrebbe. Lo scontro, il confronto pressante, la lite e la pace, il
rincorrersi per trovarsi e l'emozione di riuscirci... Con un lieve
ammiccamento al genere erotico che tanto ha donato alla Draghi e che
sfocia, alcune volte, rompendo gli argini della semplice narrativa
romantica, Quel cucciolo è mio lo consiglio spassionatamente per
trascorrere piacevolmente le ore libere che si hanno a disposizione,
impiegando il proprio tempo in maniera spensierata e costruttiva. Un
mood al giorno toglie il medico di torno... Semplice e lineare!
Grazie Federica :-)
RispondiElimina