giovedì 4 dicembre 2014

Quel cucciolo è mio! di Letizia Draghi

Quel cucciolo è mio! (Youfeel): Due cuori e... una ciotola di croccantini



Dio mio, questi proprietari di cani di razza, che impettiti spocchiosi e poco obiettivi sanno essere. Con tutti i canili straripanti di cuccioli abbandonati, guarda tu se una persona deve andare a considerare la lunghezza di una zampa, di un baffo o di una ciocca di peli. Assurdo... E Giorgia è questo che pensa passeggiando per Forte dei Marmi con la sua maltesina al guinzaglio. Vorrebbe sotterrarsi per la vergogna. Lei, proprio lei che rifiuta ogni tipo di considerazione venale legata agli animali, porta al guinzaglio una cagnetta prezzolata come Neve... Ma non è stata colpa sua: la signora Grimaldi è invecchiata, non si è più curata di quel cucciolo e i parenti sembrano essersi dileguati... Che fare, se non adottarla? E innamorarsene, ovviamente? E il cappottino... Dio, è stata anche costretta a mettergli un cappottino, a quello scricciolo peloso, perché in fondo non è proprio per vezzo che si vestono gli animali con le caratteristiche di Neve, è sopravvivenza canina. Insomma, un'animalista come lei alle prese con una cagnolina da esposizione è un evento talmente spassoso per gli amici da renderla quasi la personificazione dell'ipocrisia. E se a questo si aggiunge il fatto che Grandine, maltese esuberante e “figlioccio” di Tornabuoni (figo da paura) decide di montare la piccola Neve paventando una cucciolata a cinque zeri come minimo, la faccenda si complica. Che fare? Cedere alla lusinga del denaro o rimanere fedele alla propria integerrima visione della vita canina? Assecondare le avances dell'imprenditore (che forse imprenditore non è) o rimanere saldamente ancorata a un rapporto stantio con Monsterchef? Giorgia è combattuta, ma guardando gli occhi teneri di Neve capisce di non serbare alcun dubbio riguardo a lei e ai suoi cuccioli... E sarà un'avventura, nel vero senso della parola.

Torna Letizia Draghi, su queste pagine, e non più in Delos nella collana Senza Sfumature, dove l'avevamo lasciata. Reinventandosi, quasi, nel filone chick lit, dove da prova di riuscire a esprimersi nella stessa conturbante maniera dei suoi lavori precedenti, la Draghi ha fatto il salto con “Sotto il segno dei pesci” nella collana You Feel della Rizzoli e torna, confermandosi autrice di tutto rispetto con il suo “Quel cucciolo è mio!”. Siamo a Forte dei Marmi, luogo prediletto dalla scrittrice per l'ambientazione dei suoi romanzi, e Giorgia è una donna normalissima, la classica “comune mortale” che non comprende la psicologia che si muove attorno al pedigree e ai soldi che vedono gli animali alla stregua di un oggetto. Come tanti, del resto. Sprezzante, quasi razzista nei confronti di chi fa della bellezza canina un vanto, la ragazza non conosce e ignora le vere motivazioni e i veri sacrifici che muovono talune situazioni. Come in ogni aspetto sociale, infatti, non bisognerebbe mai giudicare senza vivere ed è questa la filosofia portante della storia di Neve e Giorgia. Come lo è il desiderio di evasione dalla vita quotidiana, stantia, priva di abbrivio. Quanti, in un rapporto stanco, in una relazione giunta al capolinea, si convincono della necessità di accontentarsi, quasi certi del fatto che “è così che deve essere” senza sognare davvero un lieto fine? Tanti. Molto pochi quelli che hanno il coraggio di prendere in mano la propria vita e modificarla radicalmente, guardando in faccia una realtà difficile da digerire. Giorgia viene aiutata dagli eventi, comprendendo quanto Andrea, alias Monsterchef, non sia l'uomo adatto a lei. Una scelta gigiona, che però riesce a scuoterla, inducendola a guardarsi dentro e a combattere la vita con le unghie, capendo anche quanto sia importante la presenza degli affetti. Specialmente a Natale. Specialmente quando le situazioni si fanno difficili e le proprie forze non bastano da sole. Interessante constatare come tutte le protagoniste della Draghi siano completamente sole, senza l'appoggio di una famiglia amorevole alle spalle, come se fossimo tutti uccellini e vigesse la regola “fuori dal nido si è soli”. Bella anche la visione che Letizia ha del genere maschile, rude ma buono, passionale ma arrogante all'apparenza. Leale, Tornabuoni rappresenta l'amore ed emoziona. Con i suoi modi ironici, la sua tracotanza solo ostentata, la pazienza di cercare un quid che non arriva mai... Ironica e frizzante, la Letizia fa sorridere con uno humor forse di stampo anglosassone, che non tende a far sganasciare, ma ridere sommessamente insinuandosi grazie a una trama accattivante e dannatamente realistica. Non ci sono favole, con la Draghi, ma fatti possibili. Raimondo Vianello e Sandra Mondaini trovano i loro doppi in Giorgia e Tornabuoni, quasi a insegnare che in fondo l'amore senza schermaglie non è bello come dovrebbe. Lo scontro, il confronto pressante, la lite e la pace, il rincorrersi per trovarsi e l'emozione di riuscirci... Con un lieve ammiccamento al genere erotico che tanto ha donato alla Draghi e che sfocia, alcune volte, rompendo gli argini della semplice narrativa romantica, Quel cucciolo è mio lo consiglio spassionatamente per trascorrere piacevolmente le ore libere che si hanno a disposizione, impiegando il proprio tempo in maniera spensierata e costruttiva. Un mood al giorno toglie il medico di torno... Semplice e lineare!

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