Romano? Si? Romano, ricorda le
distanze.
E Romano alle distanze sta attento.
Inizialmente, per lo meno. Il problema è che questa Giulia è così
maledettamente bella. Anzi no, è proprio figa! E il fatto che
dimostri di provare un qualche recondito interesse per lui è un
evento a dir poco scioccante, sconcertante, se vogliamo. Potrebbe
rovinare tutto, con il suo solito modo di fare, Romano. In fondo,
però, a pensarci bene... Lui rischia di morire! Lui, diamine,
rischia sul serio di morire. Questo è quello che gli ha detto la
ragazza, questo è quello che gli indizi nella sua vecchia casa di
montagna sembrerebbero confermare. Storie di fascisti, storie della
sua famiglia, di cui lui sembra totalmente ignaro. Suo nonno come
diavolo è morto? Possibile che lui non sappia in che modalità ha
visto la sua fine il padre di sua madre? Impossibile, in effetti...
Eppure questa Giulia sembra saperne più di lui. Ma poi, questa
Giulia, chi è? Già, chi è Giulia?
Romano? Si? Romano, le distanze!
Come definire il romanzo di Andrea
Biondi? Irriverente e ironico thriller? Inconsueto storico dalle
tinte umoristiche? Come? Una vera definizione non c'è. Si può dire,
però, che si tratta indubbiamente della meravigliosa prova
scrittoria di uno autore, ora emergente, che al suo romanzo d'esordio
dimostra una bravura inconsueta nel catturare il lettore
incuriosendolo nel divertimento di scoprire i suoi personaggi.
Diciamocelo. Solitamente solo i thriller d'oltreoceano fanno ridere,
per lo più, oltretutto, quelli che vengono trasposti in versione
televisiva o cinematografica. È raro che un autore italiano riesca
in un'impresa tanto ardua e il fatto che, tra le righe di questo
romanzo, sia rintracciabile ciò che della nostra Italia è ancora
puro, il dialetto, è una marcia in più che non guasta
assolutamente. Attingendo alle radice profonde facenti parte il
lettore, infatti, Biondi consente a chi lo legge di immedesimarsi,
calandosi nei contesti descritti, anche in quelli storici. Due non è
solo un titolo per un romanzo ben scritto e talentuosamente
intessuto, infatti, bensì rappresenta tutto il dualismo che la vita
di una persona rappresenta. Due sono i contesti storici narrati, due
le voci narranti, due le personalità di ogni personaggio, due i
luoghi del passato e del presente. La voce di Romano, dissacrante e
tremendamente divertente, si somma a quella più mite e insicura di
Giulia, creando il look perfetto di una storia che affonda i ricordi
in misteri di cui noi italiani siamo veramente poco informati. Italo
Balbo, la sua morte, la guerra in Libia, il fuoco amico, i tesori
nascosti dei fascisti che, forse, neanche saranno più trovati.
Biondi riesce, in maniera semplice, quasi come bere un bicchiere
d'acqua, a creare una storia avvincente, dalle tinte noir, con tanto
di smilzo e ciccione, capo figo e sorridente dai vestiti dal taglio
elegante e sofisticato, e vecchio misterioso a capo dei servizi
segreti italiani. Una sorta di “Piazza delle Cinque Lune” in
chiave romagnola, descritta però con un'ironia e una simpatia che
hanno dell'incredibile. Sovente ci si trova a ridere di gusto davanti
ai dialoghi interiori di Romano, così perfettamente naturali e
giusti. E il dualismo espresso dal Biondi risiede anche in questo. Si
evince, in effetti, quanto la voce interna della coscienza rispecchi
in pieno il carattere reale di una persona e quanto, invece, sia
differente dall'aspetto mendace di cui ci si vuole vestire in
società. I pensieri di Giulia anche hanno lo stesso scopo, ma
risultano meno incisivi, forse soltanto perché la personalità
dell'uomo è semplicemente più interessante e accattivante. La
storiografia del romanzo è ben delineata e si comprende lo studio
dettagliato che l'autore ha condotto per donare al lettore un lavoro
il più possibile corretto e pulito, riuscendoci per altro in maniera
esemplare. Non c'è che dire, la lettura di Due è stata altamente
piacevole, scorrevole ed estremamente divertente. Tutti noi vorremmo
avere un Romano pronto a farci fare due risate, esternando quei
pensieri che abbiamo, in effetti, all'interno delle nostre coscienze
ma che difficilmente riusciamo a palesare con comportamenti e parole.
Oltretutto con la capacità di sdrammatizzare situazioni difficili,
al limite della sopportazione psicofisica. Ma quel Romano, in fondo,
potrebbe essere chiunque, se solo ogni persona riuscisse a non
commiserarsi, piangendosi addosso per ogni minimo ostacolo, trovando
il lato ironico e, mediante questo, riuscire a godere di ogni istante
della vita come se fosse l'ultimo. Arrendersi mai, provare sempre una
via di fuga, un modo di risolvere i problemi prendendoli di petto e
non aggirandoli o scappando. Perché scappare non è mai una
soluzione e il Biondi, in questo, è chiaro. L'ironia e la simpatia,
con un sorriso a far da sfondo, possono più di un cazzotto ben
assestato. Poi certo, la fortuna è sempre ben accetta! Davvero
un'ottima prova d'esordio, questo Due, al quale, potete starne certi,
seguiranno altri mirabili lavori. Per il momento credo proprio che
leggerò il secondo romanzo di Biondi, uscito nel 2013, rimanendo in
attesa di quello di quest'anno. Perché un autore così non credo
abbia la possibilità di fermarsi qui, avendo il compito sacrosanto
di continuare a scrivere per i lettori che lo hanno letto, apprezzato
e che desiderano seguirlo.
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