giovedì 3 aprile 2014

I colori che ho dentro di Nadia Boccacci




Gemma è una donna. Fragile, introversa, ferita e, per certi versi, anche umiliata da una vita che non le ha concesso sconti. Mai, neanche una volta. Il destino, infatti, l'ha voluta abbandonata a pochi anni dalla nascita dall'unica figura in grado, e con il dovere, di impartire i primi passi nella vita. Un abbandono ingiusto, portatore di infinite patologie psicologiche che determineranno gran parte della personalità fragile della donna nel corso della sua esistenza. Perché un solo genitore non può bastare nell'asservire a un compito arduo come quello di condurre una nuova vita verso la luce la fiducia e la consapevolezza di sé tra gli altri. Un padre non può, da solo, sostituire entrambe le figure di cui un bimbo avrebbe bisogno per crescere nella maniera più sana possibile, non se l'abbandono è stato caratterizzato da un'egoistica voglia di fuga piuttosto che un'improvvisa morte, per molti versi decisamente più digeribile a un cuore in tumulto. Gemma è fragile, e come una tela di un quadro, lascia che i colori ne determinino gli stati d'animo, cercando di gettare luce su comportamenti ed emozioni che sola, forse, non sarebbe in grado di spiegare o analizzare. Ogni situazione, quindi, e ogni forte emozione assumono la tonalità che meglio si avvicina, per assonanza, a ciò che più scuote l'animo della donna, determinandone, come un caleidoscopio, le sfumature tramite le quali è possibile interpretarne la giusta scala di valutazione per poterle rimanere accanto. Ma non è semplice e soltanto un animo affine, profondamente empatico, può riuscire nell'impresa di rendere felice Gemma, preda, suo malgrado, di un'insicurezza latente che la rende simile a una bandiera scossa dal vento impetuoso del fato. Un fato, come nell'antichità, inteso come destino. E sarà attraverso i giorni e i colori di cui questi si tingeranno che Gemma percorrerà le fasi della sua vita, in maniera intimistica e psicologica, tentando differenti vie per vivere in maniera migliore, piena e, perché no? Appagante. Non è corretto lasciare al destino il potere di determinare la propria esistenza, specialmente se ogni singolo tassello della vita sembra voler dar vita a un imprevisto dopo l'altro atto alla sottomissione della felicità in favore di un dolore pressante e impossibile da contrastare. La Boccacci, con il suo “I colori che ho dentro” guida, attraverso due diversi modi di narrare, il lettore in un viaggio profondamente intimistico con il chiaro intento di trasmettere un messaggio di speranza, ben lontano dal profondo stress emotivo al quale tutti siamo a rischio di affacciarci. La vita moderna è frenetica, ricca di incongruenze, di pensieri nefasti e situazioni prive di felicità. Risulta, quindi, fin troppo semplice il desiderio di controllo, la necessità di programmare un futuro che sembra quasi prestabilito, per tentare di non soccombere, per cercare di rimanere a galla. Perché se si lascia al nero la capacità di avvolgere la propria anima, la depressione è possibile e, in maniera inquietante, unica colpevole di una fine debole e prova di lotta. La Boccacci, forse attingendo a situazioni ed esperienze personali, data la nota fortemente intimistica della narrazione, lancia un messaggio di speranza per tutti coloro che hanno bisogno di credere nella riuscita della propria personalità, e lo fa in maniera semplice, adottando un linguaggio estremamente chiaro e diretto, lineare e scorrevole, privo di dialoghi ridondanti o astrusi. “I colori che ho dentro” è un romanzo che si lascia scoprire, pagina dopo pagina, rivelando storie di amori intensi, probabili, fin troppo reali e, in alcuni casi, dannatamente sbagliati. Sbagliati ma che aiutano, se non riescono a essere letali, a comprendere cosa davvero è importante, quale dovrebbe essere il cammino verso la felice realizzazione dei propri sogni. Non rinunciando al proprio io, senza scendere a compromessi con un modo differente di essere. Soprattutto, senza cedere alla necessità, quasi impossibile da ignorare, di programmare anche l'amore, anche l'ansia, anche ciò che dovrebbe risultare estremamente semplice per ognuno di noi: vivere.

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