mercoledì 16 aprile 2014

ll mistero di Owland di Ilaria Sandei

Il mistero di Owland (Fantasy Way)


Difficile, veramente troppo difficile vivere in una realtà come la sua, per Davide. Beh, il problema fondamentale è scaturito da quando i suoi genitori si sono separati. È da li che è iniziato tutto ed è li che, in un certo senso, tutto è terminato. L'affetto tra e dei suoi genitori, per esempio, è terminato. E anche la sua voglia di stare in casa, di lasciare che le mura domestiche lenissero ogni piccola sconfitta o esaltassero ogni infinitesimale vittoria. A scuola, poi, c'è Luca, il bullo, che non lo lascia un momento in pace. Insomma, sarebbe stupendo lasciare tutto, abbandonare i pensieri cattivi, trovare una sorta di mondo parallelo nel quale tuffarsi a capofitto, conoscendo amici veri, essendo coccolato dall'abbraccio e dal sorriso di adulti buoni e desiderosi solo il suo bene. E se tutto ciò fosse possibile? Se quello che sembra un semplice orologio avesse il potere di catapultare Davide in un universo distante, popolato da animali meccanici, per esempio? Come evolverebbe la sua vita? In meglio, sicuramente. Ma è davvero così? Lontano dai suoi affetti, dai suoi amici più intimi, dalle piccole sconfitte che, comunque, fanno parte della sua vita... Immerso, poi, in un mistero fitto che lo pone al centro di un'intricata e macabra storia in cui i bambini scompaiono improvvisamente dalla città di Owland... No, non può essere una situazione probabile, un evento possibile, eppure...

Ilaria Sandei, autrice classe 1994 crea, durante i suoi ultimi anni di liceo, un romanzo fantasy per ragazzi dalle tinte horror ben studiate e riesce, con “Il mistero di Owland”, a far appassionare un lettore adulto quasi si trattasse di una piccola Rowling in erba. Scettici? Beh, scordate ogni cliché del fantasy convenzionale moderno, creato sulla base di Tolkien e popolato dai soliti gnomi, hobbit e orchi. No, la Sandei ripesca il vecchio fantasy italiano, quello che per anni ha affascinato schiere e schiere di bambini, facendolo suo e riuscendo ad accattivare la simpatia del lettore con semplicità e acume. Il mondo fantastico degli animali, dei boschi inquietanti, delle piccole città parallele, della corsa contro il tempo. Un mondo nel quale fidarsi degli adulti è ancora possibile, in cui gli artigiani invitano i bambini nelle loro botteghe offrendo loro gioia e piccoli momenti di felicità, in cui un'amicizia è capace di nascere nel termine di pochissimi attimi, destinata con tutta probabilità a perdurare in eterno. La Sandei, in maniera travolgente e per nulla semplice, immerge il suo piccolo lettore nel mondo incantato di Owland, per nulla bello e fatato come l'isola che non c'è, nel quale avvengono omicidi, nel quale i bambini vengono rapiti da un folle e tramutati in animali meccanici, testimoniando come non bisogni fidarsi di nessuno, neanche in tenera età, e che nulla è mai per come appare. E nonostante la giovinezza di questa autrice, i temi trattati all'interno del Mistero di Owland sono chiari, diretti e molto profondi. Aldilà della bella storia che tesse l'autrice, infatti, vi è l'universo quasi accantonato del bambino in procinto di diventare adolescente. Le speranze e le sofferenze che ne popolano i giorni, infatti, tendono sempre a essere sottovalutate dagli adulti che, invece, dovrebbero prestare molta più attenzione agli indizi psicologici che i loro figli lanciano. Troppo spesso inclini a un egoismo non voluto ma quasi necessario, infatti, i genitori sono volentieri inclini a punire i propri figli per qualche parola di troppo, per quella che viene travisata e intesa come insubordinazione, magari causa effetto di un principio di ribellione adolescenziale dovuto al carattere o agli ormoni in subbuglio. Beh, molto spesso non è così. Molto spesso i discorsi accorati, le lacrime cocenti di un dodicenne e il suo urlare frustrazione e rabbia sono indice di una sofferenza interna, di una voglia di richiamare un'attenzione non donata perché prede, gli adulti, della quotidianità e della routine che troppo spesso li inghiotte, travolgendo affetti e relazioni. La Sandei, in questo, è molto chiara e se è vero che nelle favole vi è sempre racchiusa una morale, nel romanzo fantasy di Owland vi è un significato ramificato e ben visibile. La richiesta di comprensione, riconoscendo il bambino e il ragazzo come una persona e non come un individuo troppo piccolo per capire. La richiesta di pazienza e attenzione, atte a valorizzare il carattere e la personalità in formazione del ragazzino che si sta tentando di formare. Crescere un ragazzo non è soltanto il fornirgli vitto e alloggio, ma anche rappresentare un porto sicuro in cui rifugiarsi, cercando di non dimenticarne mai l'importanza. Chi meglio di una ragazza appena uscita dalla fase adolescenziale può testimoniare tutto ciò? La Sandei dimostra una maturità, in questo suo libro, davvero ammirevole. Inoltre devo ammettere che mi ha riportata indietro di anni, a quelli che quando ero piccola chiamavamo libri game. Indovinelli, rebus, cruciverba e un'infinità di indizi atti a divertire e incuriosire il piccolo e il grande lettore. Ogni capitolo è contraddistinto da due pagine in rima, atte a svelare parte della trama che ci si accinge a scoprire nella prosa, fornendo anche la possibilità, per il ragazzo, di interessarsi non solo al libro classico, ma anche al testo poetico che in età moderna è fin troppo bistrattato. Il mistero di Owland, quindi, non è solo una buonissima lettura per i bambini cresciuti che iniziano ad affacciarsi alla loro epoca adolescenziale, ma anche un valido manuale di introspezione per il genitore, che ha la possibilità di indagare nel proprio animo valutando le proprie azioni nei confronti dei propri figli. Una visione superficiale della lettura vorrebbe che questo libro rimanesse relegato a un pubblico adolescenziale, io credo invece che sia una lettura adatta a chiunque. Non fosse altro per intenerirsi tornando indietro di parecchi anni, alla ricerca del bambino che è annidato nel proprio cuore, soverchiato, magari, da anni di quotidiano e stress e desideroso di uscire allo scoperto per divertirsi ancora e ancora. Magari col proprio figlio o magari da solo. Nessuno cresce mai abbastanza...

Nessun commento:

Posta un commento