Difficile, veramente troppo difficile
vivere in una realtà come la sua, per Davide. Beh, il problema
fondamentale è scaturito da quando i suoi genitori si sono separati.
È da li che è iniziato tutto ed è li che, in un certo senso, tutto
è terminato. L'affetto tra e dei suoi genitori, per esempio, è
terminato. E anche la sua voglia di stare in casa, di lasciare che le
mura domestiche lenissero ogni piccola sconfitta o esaltassero ogni
infinitesimale vittoria. A scuola, poi, c'è Luca, il bullo, che non
lo lascia un momento in pace. Insomma, sarebbe stupendo lasciare
tutto, abbandonare i pensieri cattivi, trovare una sorta di mondo
parallelo nel quale tuffarsi a capofitto, conoscendo amici veri,
essendo coccolato dall'abbraccio e dal sorriso di adulti buoni e
desiderosi solo il suo bene. E se tutto ciò fosse possibile? Se
quello che sembra un semplice orologio avesse il potere di
catapultare Davide in un universo distante, popolato da animali
meccanici, per esempio? Come evolverebbe la sua vita? In meglio,
sicuramente. Ma è davvero così? Lontano dai suoi affetti, dai suoi
amici più intimi, dalle piccole sconfitte che, comunque, fanno parte
della sua vita... Immerso, poi, in un mistero fitto che lo pone al
centro di un'intricata e macabra storia in cui i bambini scompaiono
improvvisamente dalla città di Owland... No, non può essere una
situazione probabile, un evento possibile, eppure...
Ilaria Sandei, autrice classe 1994
crea, durante i suoi ultimi anni di liceo, un romanzo fantasy per
ragazzi dalle tinte horror ben studiate e riesce, con “Il mistero
di Owland”, a far appassionare un lettore adulto quasi si trattasse
di una piccola Rowling in erba. Scettici? Beh, scordate ogni cliché
del fantasy convenzionale moderno, creato sulla base di Tolkien e
popolato dai soliti gnomi, hobbit e orchi. No, la Sandei ripesca il
vecchio fantasy italiano, quello che per anni ha affascinato schiere
e schiere di bambini, facendolo suo e riuscendo ad accattivare la
simpatia del lettore con semplicità e acume. Il mondo fantastico
degli animali, dei boschi inquietanti, delle piccole città
parallele, della corsa contro il tempo. Un mondo nel quale fidarsi
degli adulti è ancora possibile, in cui gli artigiani invitano i
bambini nelle loro botteghe offrendo loro gioia e piccoli momenti di
felicità, in cui un'amicizia è capace di nascere nel termine di
pochissimi attimi, destinata con tutta probabilità a perdurare in
eterno. La Sandei, in maniera travolgente e per nulla semplice,
immerge il suo piccolo lettore nel mondo incantato di Owland, per
nulla bello e fatato come l'isola che non c'è, nel quale avvengono
omicidi, nel quale i bambini vengono rapiti da un folle e tramutati
in animali meccanici, testimoniando come non bisogni fidarsi di
nessuno, neanche in tenera età, e che nulla è mai per come appare. E nonostante la giovinezza di
questa autrice, i temi trattati all'interno del Mistero di Owland
sono chiari, diretti e molto profondi. Aldilà della bella storia che
tesse l'autrice, infatti, vi è l'universo quasi accantonato del
bambino in procinto di diventare adolescente. Le speranze e le
sofferenze che ne popolano i giorni, infatti, tendono sempre a essere
sottovalutate dagli adulti che, invece, dovrebbero prestare molta più
attenzione agli indizi psicologici che i loro figli lanciano. Troppo
spesso inclini a un egoismo non voluto ma quasi necessario, infatti, i
genitori sono volentieri inclini a punire i propri figli per qualche
parola di troppo, per quella che viene travisata e intesa come
insubordinazione, magari causa effetto di un principio di ribellione
adolescenziale dovuto al carattere o agli ormoni in subbuglio. Beh,
molto spesso non è così. Molto spesso i discorsi accorati, le
lacrime cocenti di un dodicenne e il suo urlare frustrazione e
rabbia sono indice di una sofferenza interna, di una voglia di
richiamare un'attenzione non donata perché prede, gli adulti, della
quotidianità e della routine che troppo spesso li inghiotte,
travolgendo affetti e relazioni. La Sandei, in questo, è molto
chiara e se è vero che nelle favole vi è sempre racchiusa una
morale, nel romanzo fantasy di Owland vi è un significato ramificato
e ben visibile. La richiesta di comprensione, riconoscendo il bambino
e il ragazzo come una persona e non come un individuo troppo piccolo
per capire. La richiesta di pazienza e attenzione, atte a valorizzare
il carattere e la personalità in formazione del ragazzino che si sta tentando di formare. Crescere un ragazzo non è soltanto il fornirgli vitto e
alloggio, ma anche rappresentare un porto sicuro in cui rifugiarsi, cercando di non
dimenticarne mai l'importanza. Chi meglio di una ragazza appena
uscita dalla fase adolescenziale può testimoniare tutto ciò? La
Sandei dimostra una maturità, in questo suo libro, davvero
ammirevole. Inoltre devo ammettere che mi ha riportata indietro di
anni, a quelli che quando ero piccola chiamavamo libri game.
Indovinelli, rebus, cruciverba e un'infinità di indizi atti a
divertire e incuriosire il piccolo e il grande lettore. Ogni capitolo
è contraddistinto da due pagine in rima, atte a svelare parte della
trama che ci si accinge a scoprire nella prosa, fornendo anche la
possibilità, per il ragazzo, di interessarsi non solo al libro
classico, ma anche al testo poetico che in età moderna è fin troppo
bistrattato. Il mistero di Owland, quindi, non è solo una buonissima
lettura per i bambini cresciuti che iniziano ad affacciarsi alla loro
epoca adolescenziale, ma anche un valido manuale di introspezione per
il genitore, che ha la possibilità di indagare nel proprio animo
valutando le proprie azioni nei confronti dei propri figli. Una
visione superficiale della lettura vorrebbe che questo libro
rimanesse relegato a un pubblico adolescenziale, io credo invece che
sia una lettura adatta a chiunque. Non fosse altro per intenerirsi
tornando indietro di parecchi anni, alla ricerca del bambino che è
annidato nel proprio cuore, soverchiato, magari, da anni di
quotidiano e stress e desideroso di uscire allo scoperto per
divertirsi ancora e ancora. Magari col proprio figlio o magari da
solo. Nessuno cresce mai abbastanza...
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