L'hotel Piccolo Friuli si appresta a
cambiare dirigenza e, con esso, forse anche tutto il personale. Per
lo meno i dubbi di Ilaria riguardano il suo posto di lavoro,
improvvisamente a rischio, nonostante il suo capo abbia assicurato a
tutti quanti che l'eventualità di un licenziamento è ben lungi
dall'essere reale. D'altronde il signor Claudio è stato
lungimirante, nel momento della cessione: perché mai investire in
altro personale quando si può avere il meglio sulla piazza e già
addestrato? Mancano pochissimi giorni all'incontro con l'anziano
dirigente, il Signor Ramos, e il lavoro si svolge febbrile alla
reception, tanto che Ilaria è costretta a dover rimettere al proprio
posto un impaziente e stupendo sconosciuto. Stupendo è dir poco.
Affascinante, dai profondissimi occhi neri, fisico statuario. Un dio
sceso in terra... Il dio dell'albergo. Si, perché ben presto Ilaria
scoprirà che il bellissimo sconosciuto altri non è che il figlio
del nuovo dirigente. Un figlio dannatamente impossibile da ignorare e
sfacciatamente attratto da lei. Tanto da...
Silvia Cossio conduce per mano il
lettore in una favola d'amore delle più belle e sentite, classica e
nel contempo non troppo scontata. Rispettando i cliché del romance
classico, la Cossio da sfoggio della sua bravura a catturare
l'attenzione e a non farla mai cedere davanti a descrizioni tediose o
prive di abbrivio. Per nulla timorosa di parlare un linguaggio
colloquiale, privo però di qualsivoglia mancanza di stile, l'autrice
intesse una trama frizzante, reale, accattivante ed estremamente
moderna. Emoziona e sa di farlo, puntando i riflettori proprio sui
punti salienti della vicenda, velando di pacata ironia quelli di
minor spessore. Non conoscevo questa autrice, eppure dopo averla
letta provo l'impulso irrefrenabile di andare a scovare e leggere
altri suoi romanzi. Perché mi ha catturata, perché ha lasciato che
evadessi dal mondo reale per immergermi in quello speciale di
un'amore agognato da uomini e donne. Narrando della difficoltà che
nel mondo moderno spesso si riscontra negli scapoli incalliti, non
sempre così facoltosi come il nostro Jonas, di impegnarsi seriamente
in una storia lasciando all'amore l'arduo compito di creare ordine e
pace in un rapporto, la Cossio, fa emergere le differenze abissali e
pur sempre vive tra gli spiriti femminili e maschili che, ahimé,
continuano a essere agli antipodi gli uni dagli altri. Nonostante si
continui a parlare dell'emancipazione femminile e di quanto le donne
si siano sostituite agli uomini anche nel modo di intraprendere le
relazioni interpersonali, si continua ad ascoltare storie di donne
alle prese con uomini immaturi troppo timorosi di impegnare il
proprio tempo in un amore, forse, troppo coinvolgente e colpevole di
avvolgerlo e modificarlo dal profondo. Inoltre si affronta il tema
della verginità oltre la maggiore età, argomento quasi dimenticato
da molti, ma che, pur sembrando quasi un fatto anacronistico, è
ancora ben presente nella società mondiale. Molte sono ancora le
ragazze che tengono a valori intensi e puri quali la loro “prima
volta” e la Cossio ha avuto l'intelligenza di porre tale argomento
in primo piano, dimostrando quanto non sia ingenuità di alcuni
pensare alla verginità in età adulta come a una chimera, bensì a
un evento reale e possibile da riscontrare. Non è tutto sesso e
dissolutezza, nonostante il mondo sia approdato nel 2014. I valori
sono ancora ben presenti e molte donne sognano ancora l'arrivo del
proprio principe azzurro, così come gli uomini ancora desiderano la
donna acqua e sapone, anteponendo una personalità forte e caparbia
alla mera bellezza fisica non supportata da altre qualità.
Ritrovandomi a consigliare vivamente “L'inizio di una favola” e
ripromettendo a me stessa il giuramento di cercare altri romanzi di
questa promettentissima autrice, vi invito a sognare con Silvia
Cossio, evadendo per un pomeriggio nelle suite dell'albergo Piccolo
Friuli. Magari annaspando davanti a un paio di occhi neri, magari
solo immergendo lo sguardo nei paesaggi suggestivi di una città, fin
troppo ignorata in favore delle più famose “cugine”, quale è
Udine. O semplicemente per puro spirito e desiderio di sognare a
occhi aperti una favola ancora possibile. Forse per sempre possibile
a chi è capace di non lasciare inaridire il proprio cuore, lanciando
a briglie sciolte desiderio e passione.
Lo sai che mi hai convinta? Ahahah! ;)
RispondiEliminaTroppo gentile, non so come ringraziarti.
Un abbraccio <3
:D Grazie a te di aver scritto una così coinvolgente storia, Silvia!
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