Domiziana è una fanciulla cresciuta
all'ombra di regole e comportamenti degni di un nobile. D'altronde lo
è, figlia del sovrano Rufo. Siamo nel 569 e le guerre, pian piano,
sul suolo di quella che diverrà Italia, si susseguono. Piccoli e
grandi scontri atti a cementificare egemonie e nuovi insediamenti,
destabilizzando ordini da anni consolidanti e costruendone di nuovi.
Vi sono tangibili minacce a minare la pace del regno di Rufo, ma
Domiziana è una ragazza con mente prettamente adolescenziale,
avvezza all'insubordinazione e incline alla sperimentazione
dell'avventura. Forte di questo suo carattere ribelle, la fanciulla
decide di inoltrarsi nei terreni limitrofi alla villa del padre,
complice un passaggio segreto di cui nessuno sembra essere a
conoscenza. Proprio nel mezzo di un bagno ristoratore nel lago
attiguo alla villa patrizia, però, due barbari fanno la loro
comparsa, le vesti candide della fanciulla in una mano, un ghigno
famelico e maligno dipinto sul volto. È la fine di Domiziana? Verrà
posseduta con forza fino alla morte? Non vi è altra salvezza che il
suicidio nelle acque profonde del lago. Meglio l'ottenebrarsi della
mente per sua mano piuttosto che per quella di uomini scaltri e dai
desideri sordidi fin troppo evidenti. Ma non sarà la fine di
Domiziana, salvata in extremis da Neherem, soldato agli ordini di
Rufo e uomo d'onore. Nonostante il bellatores sia un goto di origini,
infatti, è il primo soldato del sovrano, colui di cui si fida. E
giustamente, dato che, a discapito della pace stessa del regno, egli
porrà fine alla vita dei barbari traendo in salvo una sconvolta
Domiziana. Quell'episodio sancirà l'inizio della fine o l'inizio di
un canto, quello del cuore, capace di avvolgere con la sua melodia
anche l'animo più duro e, all'apparenza, freddo? Tanta la carne al
fuoco, in questo racconto lungo scritto da Macrina Mirti per
“Passioni romantiche”, tante le chiavi di lettura in uno storico
che non ha nulla da invidiare ai romanzi considerarti tali per
lunghezza. La realtà è che “Il canto del cuore”, nonostante la
brevità, cattura ed esalta, lasciandosi leggere in meno di un
battito di ciglia, tanto è ben congegnato. Dal linguaggio colto ma
fluido, Il canto del cuore narra le vicende di una fanciulla che
ancora deve scoprire il mondo ma che ha già conosciuto il dolore
della perdita. Forse è mediante esso che Domiziana crede di sapere
tutto, di aver vissuto tutto e di essere in grado di scrutare in
fondo agli animi delle persone di cui si trova al cospetto. Come ogni
adolescente che si rispetti, d'altronde, convinta in ogni momento di
possedere una conoscenza profonda della vita e del mondo. Ma la morte
riesce a gettare un velo di nitidezza nei suoi occhi, svelando anche
quanto la rudezza dei comportamenti di Nehrem sia dovuta a un
carattere introverso e serio, capace di celare sentimenti grandi e
puri in nome di un rispetto consolidato nel tempo. Perché il
rispetto, a volte, è molto più importante dell'amore stesso. Ogni
personaggio del racconto è ben delineato, come davvero facesse parte
di un contesto di più ampio respiro, come se le parole avessero il
potere di dilatarsi per consentire una conoscenza più dettagliata di
ogni singolo carattere. Mai, durante la lettura, si cade nella noia o
nello scontato. Mai si rimpiange il fatto di non leggere un romanzo
di più pagine, proprio per la sapienza che ha l'autrice di intessere
la sua trama in maniera puntuale e minuziosa, non tralasciando nulla
al caso, saziando ogni piccola curiosità mediante parole ben
studiate e dosate. Il canto del cuore trasmette amore, complice anche
il contesto storico che perfettamente si presta al compito, riuscendo
ad avvolgere la mente del lettore in maniera tale da trasportarlo in
altri luoghi il tempo necessario a conoscere le intricate trame che
nel racconto si sviluppano. Macrina già c'è stato modo di
conoscerla in passato, tra le mie pagine, ma conferma ogni volta
quanto scrittrice sia il nome di cui si può fregiare senza dubbio
alcuno. Consigliato a chiunque, Il canto del cuore è un racconto
godibile adatto a qualsiasi pubblico, anche a quello non avvezzo alle
storie romantiche ma desideroso di essere trasportato nel tempo alla
continua ricerca di emozioni forti date da altri contesti in altri
luoghi. Spero davvero presto di poter godere di un romanza di questa
talentuosa autrice, perché sono certa sarebbe un'altra ottima prova.
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