Un'affermata speaker radiofonica della
Capitale, una bella famiglia, una stupenda bambina e una casa
permeata dell'odore tipico di un'unione stabile. Chiara, una donna
come tante, divisa tra lavoro, impegni quotidiani e vita familiare.
Chiara... che ama Francesco. Suo marito? No. L'uomo con il quale
condivide il tetto, le spese, una vita solo apparentemente appagante,
ma in realtà densa di silenzi e priva di abbrivio, non è lo stesso
che la donna ama. Perché Francesco è l'altro, è l'amante, il vero
papà di Nicole, la sua bambina. Per quanto tempo si può fingere un
amore terminato? Per quanto si può riuscire a fuggire da un
sentimento, invece, vivo e profondo? Chiara non lo sa, ma capisce che
il tempo delle menzogne sta volgendo al termine, e che, prima o poi,
la verità necessita di essere rivelata per il bene di tutte le parti
coinvolte nella storia. Ho letto questo libro, centellinando ogni
pagina affinché potesse trasmettermi le emozioni volute
dall'autrice. E ci sono riuscita, tanto da provare, in alcuni
momenti, repulsione verso situazioni vissute ed empatia verso
sentimenti condivisi. Chiunque, nella propria vita, ha trascorso
almeno un giorno pensando di non avere via d'uscita, credendo che
l'amore della propria vita fosse rappresentato da colui che rifiutava
il cuore donato, la gioia di un futuro pronto vivo e a pochi passi.
La forza di questo romanzo, infatti, è proprio il modo che la
Agostini ha di proporre la narrazione al lettore, facendo calare
quest ultimo in situazioni reali, possibili e dannatamente probabili.
Si conosce il dolore di una separazione, si conosce l'essere
costretti a un rifiuto che non si vorrebbe, si conosce la sofferenza
di non essere compresi, le brutture derivanti dalla solitudine. Un
romanzo dall'impatto forte, a volte davvero di difficile fruizione
tanta è la pena che sovente si prova davanti a scene che si
vorrebbero modificare. Ci si trova a consigliare, mentalmente, alla
protagonista varie vie di fuga, invitandola ad accettare o negare
determinate situazioni. Si soffre con lei, chiedendosi come mai
l'autrice abbia scelto di creare personaggi che l'attorniano
completamente incapaci di donarle preziosi e utili consigli. Ci si
danno l'anima a fronte di determinate decisioni, reputate molte volte
stupide e inaccettabili. Poi, come un'illuminazione, si comprende
che, effettivamente, la storia narrata è propria di molte donne, in
grado di mettere davanti alla propria felicità l'impossibilità di
un amore pur di non inficiare la fiducia propria di quel sentimento,
arrivando a ignorare qualsiasi evento mosso dal fato atto a
soverchiare una realtà troppo difficoltosa e priva di alcuna
felicità. Ed è solo in quel momento che si riesce ad accettare il
compromesso finale, la decisione ultima, il susseguirsi di eventi che
chiunque vorrebbe modificare, anche perché una sola nota positiva
esiste in tutto il romanzo, ed è la bambina, frutto di un amore a
senso unico ma capace di donare un universo variopinto di sensazioni
differenti, ma belle. Lo ammetto, è stato difficile giungere alla
fine del romanzo, ma non per il modo in cui è scritto o per qualche
pecca nella narrazione, bensì per l'intensità di alcuni sentimenti
comprensibili in pieno solo a chi li ha provati e vissuti davvero. Mi
sento di consigliare a chiunque questo romanzo, proprio per la forza
delle emozioni che è in grado di suscitare, nonché le riflessioni
che ne possono derivare.
Nessun commento:
Posta un commento