C'è una strana donna seduta tutti i
pomeriggi al bar frequentato da Marco. Una donna dai tratti e dai
lineamenti delicati, eppure decisi, tali da far intuire una bellezza
mozzafiato perduta, ma non del tutto sopita dagli anni. La donna è
anziana, è solita bere un bicchiere di vino bianco e leggere un
libro. La donna è terribilmente interessante e Marco non riesce a
non notarla, durante i suoi pomeriggi seduto allo stesso bar, al
tavolino di fianco al suo. Spinto da una curiosità latente, l'uomo
cercherà di trovare un appiglio, un pretesto, per fare in modo di
entrare in contatto con quell'animo profondamente conturbante, in
grado di destare curiosità al minimo battito di ciglia. E
inaspettatamente la donna, accantonando il libro per un momento,
presterà lui attenzione. Un'attenzione volta a scoperchiare un mondo
perduto e interessante. Un mondo fatto di passione travolgente ed
emozioni a fondo vissute. La donna, Sara, confiderà a Marco la sua
vita, le sue gesta, riversando una memoria densa di immagini, suoni,
colori e amori. Amori per gli altri, amori di altri, amori e passioni
di e per sé stessa. Sara diverrà una fonte preziosa di vita, ma
anche una sorta d'amante, per Marco, avvinto a doppio filo e
attratto, senza apparente motivo, dal ricordo di ciò che non può
conoscere, ma solo immaginare. Marco Rossi Lecce torna, dopo il suo
“Gli anni confusi”, con un nuovo romanzo dalle note autobiografiche. Dal linguaggio accattivante, raramente spinto,
descrive sapientemente la vita di una donna decisa a raccontare di
sé, forse per svuotare l'anima, forse per solitudine, forse per
semplice voglia di vicinanza. I personaggi del romanzo, tutti
abbastanza credibili, si susseguono naturalmente, senza forzature,
senza che il ritmo della storia risenta della moltitudine di immagini
evocate o di frammenti storici narrati. Partendo da una Dresda degli
anni '30, Rossi immerge il lettore in un viaggio lungo anni, passando
per la Francia del '68, attraversando gli scontri armati della Roma
degli anni '70 fino ad approdare, addirittura, a Bali, terra che,
negli anni '80, conobbe i primi rudimenti del turismo ed espansione
economica. Ma l'autore tratta anche i temi propri degli anni e dei
luoghi da lui descritti, come la guerra e la deportazione, l'avvento
della cocaina, la libertà sessuale e tutte le sue relative
sfaccettature, non prive di cadute sociali di stile, per approdare,
infine, nel mondo dell'industria cinematografica pornografica.
Apparentemente fluido e semplice “Luci rosse riflesse nel tempo”
tenta di spiegare, in davvero troppe poche pagine, il contesto
storico e culturale dell'Europa post bellica, decifrando il moderno
stile di vita del nuovo secolo. Pur riuscendoci in parte, facendo
fede a connotati storici ben descritti che denotano non solo una
ricerca accurata dell'autore, nonché la sua esperienza personale in
taluni episodi, Luci rosse non riesce a impressionare fino in fondo.
Attenendosi strettamente a narrare le vicende della donna, il romanzo
non indaga fino in fondo nei sentimenti provati, non riuscendo, così,
a creare la giusta empatia con il lettore verso le scene narrate,
nonostante accarezzi la meta più volte. Favorendo una descrizione
lineare di avvenimenti realmente accaduti, dei quali comunque è
emerso tanto negli ultimi anni, Luci rosse perde un poco di
entusiasmo privando il lettore di un emozione che, invece, richiede
perché avvinto dai frammenti immaginati, lievemente accennati. Sara
è una donna dalla carica esplosiva, capace di donare molto più di
ciò che è riuscita, in effetti, a fare durante la narrazione, e non
la salvano le descrizioni accurate dei suoi amplessi, che risentono
comunque di un susseguirsi troppo ravvicinato nel tempo, perché
troppo dettagliati ma privi di spessore emotivo. Ed è un vero
peccato, perché si evince la passione, invece, propria dell'autore
nel voler chiaramente raccontare una vita che lo ha affascinato e che
vorrebbe affascinasse anche altri. Risulta un peccato, inoltre,
perché il linguaggio non è mai volgare, estremamente scorrevole e
ricco del talento proprio di chi riesce a insinuarsi in una mente
inducendola a raggiungere la fine di un libro, sottilmente, senza
spiazzare con enormi ed eclatanti colpi di scena, ma solo con la
sapienza di una cultura latente e che è possibile evincere in ogni
frase. Se, un giorno, l'autore decidesse di ampliare il suo romanzo,
arricchendolo con ciò che veramente lo ha colpito, con ciò che
davvero avrebbe voluto trasmettere, Luci rosse sarebbe davvero un
romanzo impossibile da non leggere, per il linguaggio e per le
vicende narrate, testimonianza di un bel mondo perduto e relegato ai
ricordi di pochi. Nonostante l'empatia, comunque, ho letto questo
romanzo in mezza giornata, segno evidente che la scrittura di Rossi
Lecce è davvero buona, dannatamente “adulta”. Per una giovane
come me, accanita lettrice, è possibile intravedere, tra le righe,
l'esperienza di Marco e il suo profondo rispetto verso i temi
trattati. Non c'è nulla da fare, la classe è classe e, nonostante
lui voglia apparire un poco più greve, nella sua pagina facebook,
per me rimane un gran signore e un valido autore. Curiosa di
immergermi nella lettura del suo “Gli anni confusi” intanto
invito tutti ad acquistare “Luci rosse riflesse nel tempo”
romanzo erotico partecipante al contest indetto dalla casa editrice
Damster edizioni ed acquistabile in tutti gli store on line. Seguendo
il link riportato di seguito sarà possibili leggere le prime pagine
del romanzo, votarlo e acquistarlo.
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RispondiEliminaGrazie mille a te, Marco!
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