Herr Friedrich è in viaggio verso lo
strano maniero che lo attende, seguendo strade tortuose e
oltrepassando valichi interdetti ai non addetti. C'è un manipolo di
persone ad attenderlo, nella stanza buia del maniero, persone
importanti, persone dannatamente importanti. Lo vogliono, desiderano
i suoi servigi. Uno, in particolare, che crede fermamente nel suo
dono. Himmler, uno dei personaggi più in vista del reich, conosciuto
da Hitler nei giorni della Thule. Friedrich arriva, giunge al
cospetto di Karl e attende il lasciapassare per accedere alla
riunione. Ha l'impulso di tornare indietro, ma sa che non può. Deve
assolvere ai compiti per cui è stato convocato, pena la morte e lui,
come Karl, lo sa bene. È pronto, Friedrich, a “vedere”? È
pronto a darne notizia a chi pende dalle sue labbra, impaziente di
riferire tutto al grande cancelliere del reich più potente di tutti
i tempi? Francesco Grimandi lo svelerà, pagina dopo pagina,
rivelando, con un talento posseduto da pochissimi scrittori emergenti,
una sfaccettatura della seconda guerra mondiale davvero poco
conosciuta. Non si parla quasi mai della vena esoterica delle SS, dei
riti nei quali il nazionalsocialismo ha tratto le fondamenta
necessarie a proliferare in suolo tedesco, delle profonde credenze
proprie degli esponenti più importanti del partito. Nonostante ogni
fatto narrato da Grimandi sia il frutto di una fervida immaginazione,
atta a spalancare la conoscenza e lo studio di una materia tanto
vasta quanto inflazionata, il suo breve racconto riesce a colpire e
impressionare, spingendo il lettore a ricercare, nella storia e i
suoi meandri, appigli reali per poter ricondurre determinate scene
presenti tra le pagine di “Europa”. È così che, tramite
Friedrich, si conosce il destino di un'Europa incentrata e diretta
verso una violenza destinata a un ciclico ripetersi dell'agonia. È
così che si viene a conoscenza del desiderio del nazionalsocialismo
di trarre forza da un esoterismo in grado di fornire la sicurezza
necessaria a perpetrare il proprio credo, perennemente instabili e
insicuri circa il futuro di una nazione incline ai subdoli dei Denaro
e Potere. In maniera inquietante, Grimandi prospetta la visione di un
Europa passata simile a quella moderna. E se un Friedrich esistesse anche nei nostri giorni
e avesse già interpretato e intravisto il nostro destino? E se il
ciclo storico a cui il mondo è soggetto continuasse in eterno,
decretando la devastazione già vissuta dai nostri nonni e prossima a
un'ennesima rappresentazione?
Ma Grimandi, nel suo breve e-book, ci
regala un'ulteriore chicca imperdibile. Molto simile agli indovinelli
della Sfinge, il suo “Io sono e sempre sarò” rappresenta una
parentesi di intelligenza e maestria scrittoria impossibile da
ignorare. Dal linguaggio davvero elegante, così come lo è per
Europa, Grimandi riesce a incuriosire, coinvolgere, inducendo a una
lettura frenetica e spasmodica che prevede la sua interruzione solo
al termine della storia narrata. Che dire? Quando leggo Francesco
Grimandi io ringrazio i santi di averci concesso il lusso di poterci
godere una persona che può davvero fregiarsi del nome di scrittore!
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