Un fine settimana tra amici, due giorni
da trascorrere, di rito, insieme alle vecchie conoscenze con cui si è
cresciuti. Rivangando ricordi, condividendo una passione che accomuna
quelle menti che, in gioventù, si unirono per alchimia o, forse,
soltanto per circostanze fortuite. Gianni, Stefano, Fabrizio e Marco
si ritrovano, quindi, in un casolare fuori città, isolati, per
assistere alla proiezione televisiva del quadrangolare di calcio che
coinvolge le loro squadre del cuore. In un crescendo di dissidi, ben
presto, ciò che apparirà chiaro e cristallino sarà la totale
mancanza di interesse per il pretesto iniziale, il calcio, in favore,
invece, di uno scontro sistematico tra personalità distanti,
differenti e in competizione fra loro. Dando ampio margine e spazio
ad alterchi sistematici, la situazione andrà degenerando, rovinando
pericolosamente verso situazioni fin troppo reali e moderne. Un
“Weekend tra amici” narra, in effetti, proprio dell'aspetto
sociale che ben contraddistingue il mondo odierno, ovvero l'ipocrisia
e la voglia imperitura di mantenere una facciata distante dalla
realtà, dipingendo la propria vita agli altri in maniera tale da
suscitare pietà per non si sa bene quale scopo. Forse per dimostrare
una fragilità che, in realtà, non si possiede davvero al solo fine
di essere compatiti e protetti, come una mamma amorevole farebbe con
il proprio figlio. Una denuncia, questa, atta a dimostrare quanta
poca maturità caratterizzi l'animo umano moderno. Sovente si
ascoltano notizie ai telegiornali riportanti fatti di cronaca
allucinanti, intrisi di una violenza difficile da comprendere, ma
propria dell'essere umano. E nel lungometraggio di Stefano Simone è
facile carpire le motivazioni che, solitamente, spingono verso il
sangue e la violenza. Non si parla mai di come le amicizie nascano,
ma molte volte sono eventi distanti e improvvisi a unire delle
persone nettamente distanti tra loro per personalità e stile di
vita. Nel film presentato da Stefano Simone, infatti, gli amici non
sono altro che persone totalmente differenti per carattere e status
sociale, uniti da una gioventù lontana che non ha forgiato la loro
personalità, bensì solamente creato le basi affinché sfociasse nel
carattere di latente insofferenza ed egoismo che si evince nel
presente. E sovente, bisogno dire, accade proprio così. Quante
persone hanno tra le proprie amicizie individui che mal sopportano,
ma che dichiarano di tenere in considerazione come fossero fratelli
solo per convenzione sociale e abitudine temporale? Moltissime, anzi
quasi tutte. Ma “Week end tra amici” non è soltanto questo. È
denuncia verso la violenza immotivata, verso l'indifferenza che molti
dimostrano ai problemi altrui, verso discussioni sterili che troppo
spesso sfociano in alterchi esagerati in grado, addirittura, di
causare gravi danni al prossimo, se non proprio la morte. Stefano
Simone, e lo sceneggiatore Francesco Massaccesi, hanno voluto
denunciare la scarsa considerazione della vita altrui per lasciar
ampio spazio alla ragione del proprio essere. I frequenti omicidi di
cui sono colmi i notiziari, d'altronde, non riescono a sfatare questo
mito che, anzi, cresce di giorno in giorno. Il calcio, così come
altre motivazioni inutili, non sono altro che un espediente per
esprimere una violenza repressa e insita nell'animo di molti,
bisognosi forse soltanto di un ascolto perduto nel tempo. La suspence
cresce, da metà film, per esplodere in un susseguirsi di colpi di
scena che, effettivamente, appaiono totalmente inaspettati e
spiazzanti. Il regista è molto bravo, mediante le inquadrature,
supportate dalle musiche di Auriemma, a creare il clima di tensione
necessario al thriller cui ha dato vita, nonostante la recitazione
degli attori, molto spesso al di sotto dell'ambizioso progetto che
invece è stato portato avanti grazie a una buona sceneggiature e a
delle ottime riprese. Forse la ripetizione di alcune scene, durante i
momenti morti, crea qualche sorriso di troppo, nello spettatore, ma
nel complesso il lungometraggio di Stefano Simone lascia il segno,
decretando come, anche in ambito cinematografico, l'Italia abbia
ottime risorse non sfruttate nel migliore dei modi. Perché un “Week
end tra amici” risente del basso budget a disposizione, purtroppo,
pur dimostrando una bravura in grado di superare tale ostacolo. Ci si
chiede come mai si prediliga la proiezione di film stranieri
favorendo l'esterofilia anche in tale ambito, piuttosto che
supportare giovani registi con la stoffa adatta a raggiungere livelli
molto più alti dai quali son costretti a partire. Stefano Simone di
gavetta ne sta facendo, e ne ha fatta. Nato a Manfredonia nell '86,
esordisce alla regia con il cortometraggio “Il delitto di classe”
nel 1999, cui seguiranno numerosi altri progetti simili,
principalmente orientati verso un contesto horror che, ahimé, poco
paga nel nostro paese. Successivamente decide di rendere la sua
passione un vero e proprio lavoro, iscrivendosi all'istituto Fellini
di Torino, città in cui si trasferisce proprio grazie a questo
progetto, conseguendo il diploma di “Operatore della comunicazione
visiva”. Da lì in poi la strada comincia a essere in continua
salita. Dai cortometraggi passa ai film per il cinema e grande
distribuzione, esordendo con “Una vita nel mistero” nel 2010, cui
seguirà il lungometraggio “Unfacebook” tratto da un racconto
inedito di Gordiano Lupi “Il prete”. “Week end tra amici” è
il suo ultimo lavoro, ma è certo che il regista non ha minimamente
intenzione di dormire sugli allori, proseguendo in un lavoro
instancabile e certosino atto a esprimere in toto il suo talento fin
troppo represso dalle dinamiche di falsa meritocrazia che
caratterizzano l'Italia, troppo incentrata a dar merito a persone fin
troppo spesso sopravvalutate dai media. Distribuito da Running tv International, presto in TV, VOD e in home video, “Week end tra amici” è il
lavoro di un ragazzo colmo di talento che scalpita per uscire
dall'underground. E secondo me, con la tenacia che dimostra e
l'indiscusso talento, ce la farà!
Regia: Stefano Simone. Scritto da: Francesco Massaccesi. Editing & Colour correction: Stefano Simone. Musiche: Luca Auriemma. Arredamento: Dino D’Andrea. Effetti Cg: Andrea Ricca. Interpreti: Matteo Perillo, Michele Bottalico, Filippo Totaro, Peppe Sfera, Tonino Potito, Nicla Loconsole, Michela Mastroluca, Raffaella Piemontese, Adolfo Renato, Tecla Mione. Origine: Italia. Anno: 2013. Durata: 62’.
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