sabato 29 marzo 2014

Un angelo per me di Mariangela Camocardi


Un angelo per me: 1 (Passioni Romantiche)


Lisa ama follemente Damiano, fotografo famoso a cui deve la sua carriera nel mondo della moda e il futuro conseguente, una volta dismessi i panni di avvenente modella. Lo ama alla follia, senza pensare neanche per un secondo a chi sia realmente il suo amico. Già, perché, nonostante abbia di lui una precisa idea in qualità di uomo, Lisa non sembra rendersi conto obiettivamente di chi abbia davanti. Profondamente convinta che il fotografo ricambi in pieno il sentimento coltivato nel tempo, forte e impetuoso, decide di ignorare volutamente le insistenti avance dell'uomo più facoltoso della città, Andrea Ruffini, il quale cerca in ogni maniera il particolare adatto a carpirne il cuore. Mariangela Camocardi introduce, così, una romantica e appassionante storia d'amore. Un racconto lungo, edito dalla Delos Digital, che risalta tutta la maestria delle regine romance degli ultimi tempi. Con uno stile consolidato, proprio di quelle scrittrici avvezze a navigare tra le sinuose onde di un mare intriso di macchie di petrolio, data la fortissima competizione che ho potuto constatare, la Camocardi traccia la trama solida di una vera storia romantica, dal tipico gusto femminile che ha, nel tempo, avvinto milioni di donne lettrici. “Un angelo per me” paga, forse, la brevità della collana “Passioni romantiche” reclamando un più ampio respiro per dar modo a ogni personaggio di esprimere il proprio carattere nella sua interezza, ma non delude. Al contrario, affascina e stimola a volerne di più. Non a caso si sta parlando di una scrittrice che ha firmato oltre quaranta opere, tra romanzi e racconti. Qualcosa vorrà pur dire, no? Si, a mio avviso significa che la classe e il talento sono talmente consolidati che la Camocardi riuscirebbe a esprimere sentimenti ed emozioni anche solo mediante due parole accostate. Nonostante la brevità del racconto, infatti, si possono evincere le diverse sfaccettature proprie di alcuni animi, primo fra tutti quello facente capo al detto “all'amor non si comanda”. Quante volte il corpo, in una storia d'amore, agisce impulsivamente, preda di un sentimento che il cuore ancora stenta a riconoscere? Lisa non si rende conto di aver compiuto la sua scelta, nel mentre di assecondarla, perché convinta fermamente delle proprie idee. Convinta, forse ancor di più, dell'idea precisa che ha del suo futuro e di cosa debba comprendere. Complice la paura di un salto nel vuoto, forse per latente insicurezza dovuta allo sfiorire degli anni, Lisa non vuole cedere alle lusinghe del facoltoso Ruffini perché fermamente persuasa di essere solo la meta di un'ennesima sfida dell'uomo. La scusante primaria che spinge la donna a rifiutare le avances di Andrea è quella di non voler finire nel vasto harem che, nel tempo, è andato costituendosi nella vita dell'uomo, come se accettando le sue lusinghe cedesse a una debolezza che la renderebbe ridicola e fragile. L'insicurezza la spinge a volere qualcosa di mediocre, di infinitamente inferiore, ignorando volutamente gli indizi che la vita le offre su un piatto d'argento, negando anche l'evidenza dell'infima bassezza di cui si macchia Damiano ai suoi occhi. Persino il pensiero di una gravidanza non riesce a dissuaderla da ciò che la mente ha costruito come nido confortevole per l'idea d'amore che ha. Sarà soltanto la perdita del suo mondo, l'effettivo declassamento formale del suo ego che spingerà la donna a fare i conti con la propria personalità e, soprattutto, con la dura realtà che si è sempre rifiutata di valutare. E il concetto spinge a riflettere ogni donna. Cosa, infatti, si è disposte a ignorare pur di essere accettate dal prossimo? Cosa determina lo scattare della propria volontà davanti a un evidente sopruso? E cosa deve fare un benedetto uomo, animato da un sincero amore, per farsi notare? La donna, nonostante la voglia di abbattere i cliché imposti dalla modernità, ha un costante bisogno di essere rassicurata. Ma soprattutto ha la perenne necessità di sentirsi bella e appagata, con la segreta convinzione di essere la possibile meta sessuale e intima di chiunque lei voglia. Non è forse questo ciò che anima un amore non corrisposto? L'incaponirsi in una relazione sbagliata non è forse dettata dalla forte convinzione che nasce nel cuore di poter essere “quella” donna? Forse è proprio per questo che tali racconti, come “Un angelo per me”, colpiscono e ancora continuano a far sognare milioni di donne, checché ne dicano taluni editori o benpensanti. La donna ha bisogno di sentirsi dire di valere. E ha bisogno di credere, costantemente, che un uomo che sappia amarla e proteggerla esiste. Un uomo spinto unicamente da un sentimento puro, non atto a soverchiare, bensì ad abbracciare pregi e difetti che esaltano le qualità di cui ogni individuo è padrone. La Camocardi mi ha fatta sognare, quindi non mi rimane che consigliarne la lettura...

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