Elly e la morte di Judith. Elly e i
suoi genitori confusi e devastati dal dolore. Elly e il suo senso di
colpa. Elly e la prospettiva di un amore molto più vicino di quanto
possa solo sperare. Quale di queste personalità sono proprie della
donna e quante sono la semplice conseguenza di un avvenimento
indipendente dal suo volere? Judith, sua sorella, è morta da poco
tempo e una colpa latente mina la stabilità psicofisica di Elly, la
quale assiste inerme all'infrangersi non solo della quiete familiare
ma anche della sua stessa felicità. Sarà durante una cena dai suoi
genitori, in un clima nettamente opposto a quello consueto di quando
Judith camminava il mondo terreno, che Elly percepirà chiara la sua
tristezza e il senso di colpa che l'attanaglia. E tutti questi
sentimenti non saranno palesi solo al suo animo, bensì anche agli
ospiti inattesi che le si figureranno davanti. Uno, in particolare,
desterà la sua attenzione, avvinto al suo dolore come lei al fascino
di lui. Ed esploderà una passione insospettata, priva di qualsiasi
ragionevole senso, ma pura e appagante, carica di un desiderio che,
forse, diventerà qualcosa di più... Nonostante Alessandra Paoloni
avesse dato prova, nei suoi ultimi lavori, di quanto fosse cresciuta
nelle storie che narrava e nella maturità che esse dimostravano,
nessuno avrebbe mai pensato fosse anche padrona di un genere del
tutto nuovo, al suo lettore, come lo è l'erotico. La Paoloni aveva
abituato al tema fantasy, storico o, addirittura, poetico, ma mai
aveva ventilato una sottile e abile sapienza nel saper scrivere
erotico come, al contrario, ha fatto e fa in questa novella “È te
che aspettavo”. Vari sono i temi trattati nel racconto lungo che
l'autrice tocca, primo fra tutti la morte di una persona cara. Con
grazia e raffinatezza, la Paoloni immerge il lettore nella tristezza
tipica della mancanza appena provata, nell'impotenza che una morte
evoca, nel combattimento interno tra il dover soffrire e il voler,
nel contempo, vivere la propria vita perché troppo breve. Non è
forse durante i lutti che il valore della vita acquisisce più
significato? Non è forse giudicato immorale, ma terribilmente reale
e umano, desiderare esternare il proprio bisogno di respirare proprio
nei momenti meno opportuni che presuppongono un distacco eterno con
una persona cara? La vita è tutto e quando viene strappata in
maniera repentina, senza alcuna spiegazione, immediata e inaspettata,
il vuoto che lascia è tale da creare una destabilizzazione generale
nelle coscienze che, invece, sono costrette a continuare a vivere,
soffrendo e riflettendo. Proprio in questi momenti si sente forte la
necessità di ricevere amore, vicinanza, dimostrando a sé stessi di
essere in grado di godere di tutto ciò che la vita offre prima che
sia troppo tardi. Combattendo con una morale che vorrebbe un lutto
eterno, forse, che getta colpe inutili e inesistenti perché
bisognosa di trovare un qualsiasi appiglio a un dolore troppo
contorto e grande da arginare e comprendere. Aldilà dell'aspetto
erotico, che viene affrontato con estrema grazia e raffinatezza dal
linguaggio mai volgare a cui l'autrice ha abituato il suo lettore,
ciò che emerge chiaro è il messaggio di speranza, di rivincita su
ciò contro cui non si può combattere ad armi pari. Il personaggio
di Norman rispetta i normali cliché del romance classico, bello,
apparentemente dannato, rude ma sensuale, dalla prestanza fisica
intima assolutamente invidiabile, conturbante nel senso più centrato
del termine. Elly, al contrario, pur rispecchiando alcuni connotati
dei personaggi femminili del genere, ovvero essere delicato e incline
al pianto, fragile quanto basta per intenerire, ma non troppo da
essere succube o vittima, presenta un carattere volitivo,
intraprendente, incline più alla concezione moderna di passione e
realizzazione del proprio ego di quanto ci si aspetterebbe. Forse, se
vogliamo, sono i personaggi secondari a essere davvero interessanti
ed è un peccato che non siano stati descritti con più dovizia di
particolari. Giunti al termine della novella, in effetti, si rimane
con la voglia di scoprire un po' di più circa la vita di Danielle,
vera anima della festa, l'elemento di disturbo simpatico e geniale
che sprona e fa sorridere. Ci si chiede poi come si fosse sviluppata
la storia tra George e Judith, oppure quali siano i reali sentimenti
dei genitori di Elly e cosa li abbia indotti a un cambiamento
repentino e sincero nel finale. Insomma, una novella facilmente
ampliabile e godibile, quella della Paoloni, che lascia l'acquolina
in bocca e non soddisfa in pieno perché, forse, troppo breve. È la
scrittura dell'autrice che porta a volerne di più, in effetti,
laddove vi sono amplessi sapientemente descritti che forse rubano la
scena a parti di un mondo che è quasi sembrato palesarsi oltre la
finestra della propria casa. Insomma, Alessandra Paoloni convince
anche nella nuova veste di scrittrice romance-erotico, forte di una
proprietà di linguaggio capace di adattarsi a ogni stile, ma deve
scrivere di più. Altamente consigliato, “È te che aspettavo” vi
attende su amazon!
Bello il tuo blog. Confesso che non ho mai letto niente di tuo, ti ho scoperta grazie all'intervista su "Autori sul web".
RispondiEliminaBene :D Contentissima ti piaccia il blog e... Beh, meglio tardi che proprio mai, no? ;) Grazie mille e spero continuerai a leggere i miei spunti di lettura!
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