Viola come un livido è la pelle di
Alessandra. Viola come un livido è l'anima di Marco. Viola come un
livido è l'impatto di due vite disagiate in un mondo normale, in
continuo ed eterno movimento. Un livido ha, però, diverse sfumature,
comprese in gradazioni sgradevoli, sovente, proprio a sottolineare il
trauma da cui è derivato. Giallo ocra, come il colore dell'urina a
bagnare le tavolette di quei bagni pubblici lordi di sozzura e
squallore. Blu, come un'anima pestata da traumi infantili,
dall'alcool, dal bisogno represso di un affetto mai concesso. Rosso,
come una passione a stento contenuta, troppo potente affinché chi ne
sia pervaso possa resistervi a lungo. Verde, come le distese
sconfinate nelle quali ci si vorrebbe perdere dopo aver trovato e
provato le brutture di una vita grama, costellata da insuccessi o
semplicemente dovuta all'ineluttabilità di esser cresciuto in una
città o in un contesto differente da quello che sarebbe stato
congeniale alla propria genialità. Dal linguaggio tutt'altro che
semplice, ostico e per alcuni versi veramente troppo pesante, Viola
come un livido narra una breve parentesi della vita di due ragazzi
fondamentalmente soli, conosciutisi in una chat, più timidi e
introversi di quanto vorrebbero dare a vedere nonostante
frequentatori di siti al limite del pornografico. Se da una parte vi
è Marco, ragazzo allampanato, alcolizzato, affetto da frequenti
malesseri, dovuti proprio alla sua forte fragilità psico emotiva,
dall'altra vi è Violasan, o Alessandra, ragazza di una bellezza
quasi eterea, dall'animo di difficile interpretazione, scossa da
tristezze nascoste e sopite, che cerca nel sesso un modo per
conoscere sé stessa e gli altri. Forse. Non c'è nulla di certo, nei
caratteri descritti dall'autore, se non il forte senso di
inadeguatezza che scuote le anime torbide dei suoi protagonisti. Come
detto, il linguaggio appare troppo sovente molto pesante e, seppur
rendendo perfettamente l'idea di totale e permeante tragicità, rende
difficoltosa una lettura scorrevole. L'utilizzo reiterato di
determinati termini non sempre ciò che il lettore vorrebbe trovarsi
a leggere, forse perché immerso, in determinati momenti, in un aura
di forte romanticismo. Si denota una sorta di freno, come se si
avesse paura di provare determinati sentimenti e di esporsi al mondo
per ciò che realmente si è e non per ciò che si vuole apparire.
Solitamente la scurrilità, così intesa nell'accezione comune,
denota una forte insicurezza e fragilità, una sorta di impossibilità
cronica a mettere a parte il prossimo del proprio animo, forse per
paura di non essere compresi, probabilmente per timore di venir
giudicati. Un romanzo indubbiamente di spessore, forte e crudo, una
storia d'amore, come giustamente evidenzia l'autore Marco Peluso,
atipica. Non molto, comunque. La realtà del contesto sociale,
purtroppo, è ben descritta e ravvisabile in molti luoghi d'Italia.
Parliamoci chiaro, quella raccontata da Peluso non è il giusto e
normale corse di come un amore dovrebbe sbocciare ed evolversi, non
tanto peer il sentimento, che è inteso come mezzo di salvezza
reciproca, quanto per la condizione sociale nella quale i personaggi
stessi vengono a trovarsi. Alessandra e Marco devono fare i conti con
i propri demoni e pochi giorni insieme offrono ossigeno, ma non
salvezza. Indipendentemente dal linguaggio e dall'indubbio stile
talentuoso di cui si rende protagonista Peluso, quasi si soffre per i
personaggi da lui narrati, perché coscienti di una loro
ineluttabilità futura. Triste, reale, forse troppo forte per molti
stomaci deboli e avvezzi a letture più auliche, Viola come un livido
è consigliato a chiunque voglia saggiare uno squarcio di realtà
vissuta, reale, ma difficile da digerire. Di seguito il link, as
usual... Ah, e ricordo che il romanzo in questione concorre per il
contest “Eroxé, miglior romanzo erotico” indetto da Damster
edizioni”. È possibile votare, quindi, tale romanzo presso il sito
di seguito!
Nessun commento:
Posta un commento