La vera bellezza di frequentare
facebook, piattaforme sociali in generale e amazon è il continuo
ricercare, scovare e godere di nuovi autori, validi. Utilizzare ciò
che la rete mette a disposizione per arricchirsi culturalmente credo
sia la cosa migliore che si possa fare, specialmente in un periodo in
cui l'italiano è sempre più messo alla berlina in favore di un
estremo amore per lo straniero. Perché ti fanno credere che
straniero è bello. Che le uniche letture che valga la pena fare
siano quelle oltreoceano, o comunque oltre il nostro paese. Poi,
invece, capita di imbattersi in romanzi come “In Paradiso” e
finalmente uno squarcio arriva a frammentare quel lugubre e grigio
panorama letterario fatto solo di sfumature di rosso, viola, grigio,
nero... Insomma quello che volete, pur che sia non italiano. Diamine,
abbiamo fior fiori di scrittori scalpitanti e in attesa che qualcuno
creda in loro e che li legga, e noi ce ne andiamo in giro
sfarfallando, magari dicendo anche che qui in Italia non si è in
grado di scrivere erotico come all'estero? Allora Antonella Aigle,
edita da Damster, che ha scritto un romanzo in grado di farsi leggere
in una mezza giornata, non è forse degna di attenzione? Io dico di
si. Inizialmente, come al solito, sono andata a leggere le recensioni
e i commenti su Amazon, tanto per farmi un'idea. E tra i
“superlativo”, solitamente non troppo veritieri, mi sono
imbattuta nel “non lo comprate, per carità di Dio”. Inutile
dirlo, mi sono incuriosita ancor di più, chiedendomi come si potesse
avere pareri tanto contrastanti. Dal momento che qui in Italia vige
la moda di voler essere ciò che non si è, quindi: scrittore,
recensore, allenatore e qualsivoglia mestiere, magari facendo
tutt'altro, ho soprasseduto a tali commenti, decisa a farmi un'idea
mia del tutto. All'ora di pranzo mi son messa comoda sul divano e ho
iniziato a conoscere Francesca, la protagonista. In pochissimo tempo
sono arrivata al cinquanta per cento del romanzo domandandomi circa
l'identità di talune persone in grado di definire “In Paradiso”
assolutamente da non leggere. Giunta, subito dopo cena, alla fine del
romanzo, mi sono chiesta se, per caso e come sempre, non ci fosse lo
zampino di qualche autore invidioso dietro ai nick fantasiosi volti a
sminuire il lavoro della Aigle. È indubbio il fatto che ci si trovi
davanti al romanzo d'esordio di una scrittrice con poca esperienza,
lo dimostrano gli errori dovuti alla disattenzione oppure ad alcuni
particolari quali tre punti esclamativi consecutivi, il ripetere il
nome dell'interlocutore nonostante sia ben chiaro di chi si tratti.
Ma, ragazzi, come ho già tenuto a sottolineare in precedenza, un
autore è un autore e il suo mestiere è quello di scrivere storie
che riescano a coinvolgere, ad emozionare, a trasmettere. E la Aigle
tutto ciò lo ha fatto. Leggendo e andando avanti, magari
documentandosi, dal punto di vista di qualche particolare in più
sulle regole dell'editing, sicuramente perfezionerà ciò che “In
Paradiso” è ravvisabile come refuso, ma in quanto a talento nel
voler esprimere concetti non ha certo di che giustificarsi con
nessuno. Le si è imputato il fatto di descrivere il rapporto anale
al secondo giorno di conoscenza con l'uomo dei suoi sogni, nonostante
la protagonista non ne avesse mai fatto “uso”. Ragazzi: succede.
E neanche così poco spesso. Certo, io avrei ridotto i numerosissimi
amplessi, cosa magari non proprio veritiera, ma si tratta di un
romanzo, non di vita vera. E ogni uomo, così come ogni donna, sogna
notti di interminabile e fantastico sesso, anzicheno! Le si è
imputato il fatto di aver parlato della protagonista intenta a bere,
e cito testualmente, sperma come fosse cocacola, cosa non solo non
vera, dato che l'autrice non ha mai utilizzato neanche lontanamente
un espressione volta a pensarlo, ma, comunque, possibile. Vorrei
ricordare che i pensieri che possono scattare nella mente di una
ragazza come quella descritta nel libro sono molteplici e non per
forza confinati in una morale imperante nella società perbenista che
vige ai giorni nostri. Su questo punto, oltretutto, avrei molto da
dire, dal momento che nessuno ne parla, ma chissà come mai, i
romanzi erotici vanno a ruba. È stata altresì mossa l'accusa di
ripetere l'espressione “raggiunse l'orgasmo gridando il suo nome”
addirittura con il supporto di una cifra. Il commentatore si è messo
a leggere il romanzo contando le prole... Queste sono le critiche
assolutamente inutili di cui nessuno ha bisogno. Non ci sono molti
modi per esprimere determinati concetti, e per quanti se ne possano
trovare, si risulterà sempre poco originali. Siamo nel 2014, non nel
1900, e come la musica, molto è stato già scritto e divulgato. La
maestria di un autore sta nel creare una storia coinvolgente e
narrarla nella maniera più empatica possibile. E la Aigle, questo,
lo ha fatto. Leggendo un romanzo erotico io mi aspetto di avvertire
un brivido di eccitazione, una sorta di divertimento o di
coinvolgimento emotivo. Bene, nel “In Paradiso” non manca nulla
di tutto ciò. Non posso che ritenermi soddisfatta della lettura, e
posso asserire, senza ombra di dubbio, che attenderò maggio per
leggere il secondo romanzo di Antonella, già nella programmazione
della Damster edizioni. Spero si giunga, prima o poi, al bando di
questa esterofilia dilagante. Gli americani non sono migliori di noi,
ragazzi, hanno solo mezzi più potenti per arrivare nelle nostre
librerie. Punto. Di seguito lascio il link al romanzo di Antonella
Aigle, “In paradiso”, invitandovi al suo acquisto:http://www.amazon.it/In-Paradiso-Damster-Erox%C3%A8-parola-ebook/dp/B00GG2JEX0/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1393244665&sr=1-1&keywords=in+paradiso
Nessun commento:
Posta un commento