Daniele Martini appare come un fulmine
a ciel sereno, nella vita di Alessia Delfini, eppure sembra
diventare, in un momento, il suo universo. Un universo ricco,
bellissimo e tremendamente sexy. Possibile che un uomo del genere
abbia, nel suo animo, ciò che nella società odierna viene definita
“perversione”? Alessia non se ne capacita. E sulle prime, devo
dire la verità, neanche il lettore. In poche righe, però, si evince
una sensualità del protagonista talmente carica da annientare ogni
remora nata nel cuore della donna... e in chi segue le sue
vicissitudini. Forse la narrazione in prima persona, forse il
trasporto da cui si lascia travolgere la nostra eroina, fatto sta'
che Daniele Martini diventa il fulcro del desiderio nascosto di
chiunque. Nonostante, nella vita comune, si sia portati a pensare al
sesso come qualcosa di profondamente legato al sentimento fatto di
carezze, baci, respiri trattenuti, sempre comunque confinati nel modo
“standard”, bisogna ammettere che chiunque subisce il fascino
della trasgressione, del proibito e di ciò che la società considera
sbagliato, se per caso ne viene distrattamente a contatto. Ed è
proprio questo fascino a rendere Alessia così affine al lettore e
Daniele così vicino all'ideale di uomo da conquistare e amare o da
interpretare. Si, perché la sua Sala delle Punizioni non è più
solo il luogo in cui dar vita alle proprie fantasie più sfrenate, ma
il nido di un amore che potrebbe sfociare, mediante esse. Devo dire
che non sono particolarmente attratta dalla narrazione in prima
persona, solitamente, nonostante riconosca che, in alcuni casi, aiuti
a immedesimarsi molto meglio nella storia che si sta “vivendo”.
Eppure ammetto che nel caso di Letizia Draghi e della sua “Sala
delle Punizioni” la modalità scelta di narrazione è tremendamente
azzeccata e giusta. L'empatia che l'autrice è riuscita a ottenere
per i suoi personaggi è tale da rendere questo racconto non solo un
erotico, ma anche un romance. Io ho amato Daniele, in alcuni punti.
Ho sofferto con e per lui. E ho anche odiato la protagonista per non
aver saputo, o voluto, cercare un modo di oltrepassare le barriere di
un mondo differente dal consueto, nonostante alla fine si evinca come
la porta sulla trasgressione sia stata aperta per non essere più
richiusa. Forse avrei preferito una descrizione un poco più lunga di
alcune scene, per entrare ancora più in sintonia con la storia
narrata, ma nel complesso mi ritengo ampiamente soddisfatta dalla
lettura. In questa settimana ho letto tre racconti e un libro...
Questa, per ora, è l'unica vera storia che mi sento di recensire,
consigliare vivamente e divulgare come un verbo. La Delos è una
valida casa editrice, ma questa collana, nata da poco, è capace di
regalare emozioni insospettate. Si è ancora agli inizi, e sono pochi
i racconti raccolti e pubblicati. Dopo “La notte dei cristalli
iridati” ho deciso di leggere tutti quelli fin'ora pubblicati e ho
capito di aver compiuto la scelta giusta dopo aver letto “La Sala
delle Punizioni”. E poi, parliamoci chiaro. Se di un racconto si
riescono a scrivere più di dieci righe di commento, o si tratta di
uno schifo assurdo, oppure di un capolavoro. Letizia Draghi ha
scritto un capolavoro in poche pagine. Per questo motivo lascio di
seguito il link all'acquisto, rinnovando i miei complimenti
all'autrice, e vi prometto di tornare in un batter d'occhio con una
nuova puntata della collana “Senza sfumature”.
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