Victoria Moore è pronta. Deve
assolutamente imparare a domare le sue quattro arti, in modo tale da
poter mettere ordine nella sua vita, ma soprattutto, nel suo cuore.
Jonathan si è rivelato il suo vero angelo custode, il cavalier
servente sempre pronto a proteggerla dal pericolo incombente. Ma
Simon è così tanto crudele? Possibile che l'amore, tanto
promulgato, sia stato solo un atto di coercizione per ottenere il
corpo della ragazza, nonché la sua totale arrendevolezza? Ai
posteri, e ai lettori, l'ardua sentenza. Io, ormai, lo so! Ho letto,
come sempre accade con i romanzi della Black, d'un fiato il secondo
episodio della Moore, “Occhi nelle tenebre”. Cambiando
decisamente registro, orientando la narrazione in chiave nettamente
più adulta, la MP spiazza il suo lettore, avvalendosi di una malizia
di cui non si pensava fosse in grado. E invece ecco la Moore alle
prese con una passione dirompente, sovente analizzata nel
particolare, molto spesso eviscerata come in un romanzo decisamente
erotico. La Black è adulta? Oh mio Dio, per me è stata una
rivelazione! Anche perché lo è nella maniera giusta, senza
sottolineare troppo, accarezzando ciò che va solo velatamente
descritto e calcando la mano laddove se ne abbisogna. L'unica cosa
che a me personalmente ha lasciato un poco perplessa è il
linguaggio, a volte forse un po' troppo sboccato della Moore, che
stona un poco con il resto della narrazione. In più c'è da dire che
c'è una differenza abissale tra Brilliant e il suo seguito. Non che
ne sia rimasta delusa, anzi ne sono affascinata. Sono contentissima
di conoscere un lato di questa autrice, fin'ora sconosciuto. La rende
molto più poliedrica e meno “Cristina D'Avena”. Nonostante
questo c'è da dire che la Black rimane fedele a sé stessa nella
struttura dei personaggi. Si vede molto di Lisa in Victoria,
psicologicamente, così come gli amici delle due eroine messi a
confronto. Come sempre ho odiato i buoni e adorato i cattivi, per
altro descritti in maniera decisamente più accattivante, e non ho
sopportato per nulla gli adulti. Insomma, la Black, pur dimostrando
la sua capacità di evolvere il proprio linguaggio, rimane la nostra
Black. E ne sono contenta, a dire il vero. Sono presenti alcuni
refusi marginali, che devo testimoniare per dovere di cronaca,
comunque per nulla rilevanti e che non invalidano assolutamente il
lavoro finale. MP Black, come direbbe il tizio della Lipton: mmmm
fenomenale! Di seguito, senza neanche starlo a ribadire, il link per
l'acquisto. Alla prossima!
Ma che robe schifose e tu ti definisci una scrittrice?
RispondiEliminaDi quali robe schifosi parli, scusa?
RispondiEliminaDi quelle che scrivi, ma ce l'hai la licenza elementare?
RispondiElimina