Complice la totale mancanza, ieri, di
programmi o film interessanti, ho incastrato i pochi neuroni rimasti
liberi dalla gravidanza nella visione di Lucignolo 2,0. Tolta
l'ignoranza allucinante che impera, inesorabile, e tolti i commenti
degni di bimbi di dodici anni (per i quali ho pregato i santi
affinché mio figlio fosse evoluto, durante la sua crescita) ho
capito una cosa importante. Durante la messa in onda del servizio
sulle “malate di fama” una tizia dalle tette molleggianti ha
dichiarato di voler scrivere un libro erotico, dopo la realizzazione
del suo primo calendario, perché sprovvista della necessaria
esperienza in altri campi. Complice anche la domanda che due giorni
fa mi era stata posta “ma se uno non conosce bene la grammatica
italiana, può comunque scrivere un libro? Tanto qualcuno che lo
corregge c'è, no?” ho capito che la situazione letteraria italiana
è grave. Perché la concezione dello scrittore è talmente astratta
che è paragonabile al mestiere della telefonista hot. Non hai
esperienza, non hai le conoscenze adatte, ma ti han detto che puoi
farlo, quindi alza la cornetta e smignotteggia a gogò. Da dove
proviene la convinzione di poter scrivere un libro senza il
necessario studio, senza il talento, la lettura, la conoscenza?
Ultimamente si assiste alla pubblicazione selvaggia di libri e
racconti, di saggi, di poesie... Ma chi scrive è effettivamente in
grado di faro? Prima le case editrici a pagamento, poi il print on
demand... Chiunque, oramai, può realizzare il proprio “libro”
senza una reale bravura nel farlo. È un po' come se, da domani,
chiunque possa professarsi architetto e disegnare il progetto di un
grattacelo. “Sono capace di disegnare, posso realizzare ciò che
voglio, i sogni son desideri bla bla bla... Quindi a che mi serve
studiare la matematica e roba simile, se basta solo disegnare un
tronco di cemento con quattro finestre sopra?” Il mondo crollerebbe
in un momento, un po' come sta effettivamente accadendo in questi
giorni a seguito della pioggia incessante (grazie comuni che avete
investito i fondi stanziati nella ristrutturazione delle nostre
strade invece di mangiarveli tutti, a proposito!) Mi chiedo, allora,
come mai io non posso improvvisarmi architetto ma tutti possono
improvvisarsi scrittori? E la stessa cosa vale, ultimamente, per i
cuochi, per i pasticceri, per i presentatori (cioè... un pugile che
presenta mistero è da applauso!) per i politici... Tutti possono
fare tutto perché... perché si. Non esiste più lo studio, la
ricerca della qualità. Nulla. Esiste solo la ricerca di cosa è in
grado di far guadagnare qualcosa, non importa bene cosa. Io non sono
laureata, ma mi sono fatta un mazzo tanto per studiare per conto mio.
Non ho frequentato l'università, ma ho letto tutto e continuo a
farlo, studiato manuali di grammatica in modo da poter evolvere la
passione in mestiere... Questo non significa che io sia una
scrittrice, ma neanche che non mi stia impegnando nel diventarlo (nel
diventarlo, non nello scriverlo sulla carta d'identità per vezzo). E
permettete se avverto un pizzicore, dove non batte solitamente il
sole, nell'ascoltare tizie che sono indecise tra il fare la velina o
la scrittrice, o leggere tizi che scrivono “capolavori” senza né
capo né coda... E permettete che io sia indispettita se leggo gente
veramente cazzuta, costretta ad auto pubblicarsi per affermare il
proprio talento, e gente pagata profumatamente per scrivere due
stronzate in croce, sconclusionate, prive di logica o dinamica e
ricche di errori. Della serie: hai serie difficoltà nel valutare di
utilizzare una virgola o un punto, figurarsi un punto e virgola... E,
nel constatare, una volta in più, che ho scelto il percorso più
sputtanato al mondo, dopo la prostituzione, ascolto ancora, in
lontananza, la domanda che mi rimarrà attaccata all'anima e che un
giorno tramanderò ai miei figli “Ma se uno non conosce bene la
grammatica italiana, può comunque scrivere un libro, no?”
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