Ho iniziato la lettura di questo
romanzo con le mie belle remore, non posso nasconderlo. Non per il
modo di scrivere, che ero certa avrei trovato appassionante e
accattivante (ho conosciuto Alessandra Paoloni con “brevi monologhi
in una sala da ballo di fine ottocento” e ne sono rimasta
folgorata). Non per la qualità con cui è stato svolto il lavoro,
conosco l'autrice e ho iniziato a conoscere anche la casa editrice...
Insomma, le mie titubanze erano rivolte soprattutto alla storia
narrata, al genere... Mi sono trovata, qualche giorno fa, a parlare
con Brasili circa il mestiere dello scrittore. Siamo convenuti al
concetto di base che non importa cosa si scrive: se si è colmi di
talento si è in grado di far leggere ogni cosa. Indovinate un po'?
Sembra proprio che la Paoloni abbia un talento che le sgorghi dalle
vene. Nonostante abbia avuto a che fare con un paranormal fantasy non
mi sono affatto annoiata, anzi, la storia mi ha intrigata, tanto che
sono riuscita, tra un impegno e l'altro, a leggere tutto in due
pomeriggi. E se la Paoloni è riuscita dove altri avevano miseramente
fallito, facendomi abbandonare il libro neanche a metà, significa
che è proprio brava. Non nascondo che il romanzo presenti degli
errori di editing, ma risultano marginali se confrontati ai fini del
lavoro finale. Altro punto a favore è l'estrema qualità con cui la
casa editrice Butterfly ha curato il tutto. Mi piacciono i loro
libri, dalla copertina alla carta. Sembra una cavolata, messa così,
ma posso assicurarvi che non lo è affatto. Non c'è cosa peggiore,
per uno scrittore, che mandare in pubblicazione un proprio lavoro e
vedere, come risultato, un ammasso di fogli a4 tagliati e rilegati.
Credetemi, è avvilente, ci si vergogna. La Butterfly, invece, sa il
fatto suo. Ma torniamo alla star del giorno, che è la cosa più
importante. Emma Onofri, questa eroina creata dalla penna di
Alessandra, destinata, a quanto si evince, a grandi cose. Certo, io
detesto le saghe per la mia proverbiale impazienza, ma posso fornire
un discreto margine di azione, all'autrice, in modo di mettermi a
parte degli sviluppi dell'intera faccenda. Emma è una ragazza
normalissima, di Roma, giunta nel paesino di famiglia, Tiepole, a
causa della morte del nonno Achille. Da qui parte tutto. Sarà
rapita, messa a parte della storia della piccola cittadina in cui è
giunta, landa sperduta, dimenticata persino dalle cartine
geografiche. Farà la conoscenza dei ragazzi maledetti e scoprirà di
esserlo a sua volta. Non sta a me rivelare la trama del romanzo, come
al solito, ma posso svelare che, tra le pagine della Paoloni, si
trova tutto. E per tutto intendo: vampiri, licantropi, mutaforma,
streghe, stregoni, fantasmi, veggenti. E, finalmente, non si tratta
dei moderni personaggi horror tramutati in protagonisti harmony,
anche se si intuisce una certa tendenza a volerlo fare. Durante la
lettura si evince un certo amore verso le storie di Twilight e verso
quelle di Harry Potter, ma non perché ci sia qualcosa, nella
narrazione, di copiato. C'è uno stile, quello proprio di Alessandra,
in grado di trasmettere più della parola scritta. Si può
comprendere un notevole attaccamento alla propria terra, un amore
viscerale verso i propri genitori, una solidarietà e un amore ciechi
verso i propri amici e il sentimento di aiuto reciproco proprio di
chi ha vissuto in un contesto piccolo e affettuoso come quello di un
paesino. Io ci ho vissuto, per un periodo, e ho ritrovato, tra le
pagine della discendente, tutti quei particolari che mi hanno fatto
adorare la permanenza, seppur breve, in una parentesi simile,
corredata, ovviamente, da impiccioni, “lavativi e fatalisti”
cittadini. Altro punto a favore del romanzo è il fatto che non si
fanno sconti a nessuno: se c'è da uccidere si uccide. I cattivi sono
cattivi davvero e i personaggi odiosi fanno ribollire il sangue nelle
vene, per chi ne ha. Io, che sono atipica di mio, ho odiato
profondamente la figura del padre di Emma, davvero troppo presente e
pressante. In più di un'occasione mi sono trovata a tifare per la di
lui dipartita (lo so, sono becera, ma non lo sopporto!) o per la di
lei, Emma, fuga (magari d'amore col bel tenebroso). Ne avrei di cose
da dire, anche sulla discendente stessa, ma non posso, peccherei di
spoiler. Una cosa però posso dirla: tifo per nonna Marta, io! Ah, e
un'altra cosa: le streghe non sono cattive! Tra Mp Black e la Paoloni
questi poveri personaggi sono destinati alla gogna, non è giusto! Vi
lascio di seguito il link all'acquisto del libro: leggetelo!
Una delle più belle recensioni che abbia mai letto sulla discendente! *__*
RispondiElimina:D talmente fomentata per il romanzo che ho dimenticato di mettere il nome della favolosa autrice di copertina, nnnnaggia a me! ma punto al perdono prossimamente :D
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