Il discorso di ieri mi ha ispirato
un'altra questione spinosa. Cosa spinge una persona a non leggere ciò
che si scrive? Non parlo solamente di libri. Mi sono resa conto che
la gente preferisce non leggere e basta. Parliamo tanto di cultura,
nel nostro paese, ma ascolto sempre più persone dire che è più
semplice vedere un film piuttosto che leggere. Persone, addirittura,
che non conoscono minimamente gli effetti devastanti che un libro è
in grado di provocare nella mente del lettore. Mi sono sentita
chiedere parecchie volte “Come diavolo fai a fare le quattro di
notte per leggere un libro? Come diamine fai a piangere o a ridere
leggendo qualcosa?” Sembra che l'immaginazione stia, lentamente,
sparendo dal quotidiano, asciando spazio esclusivamente a ciò che è
realmente visibile. Non si concepisce il fatto che l'immaginazione
riesce, molte volte, a creare mondi impossibile da riprodurre nella
realtà, per quanto effetti speciali abbiano creato nel mondo
odierno. Diavolo, leggere crea dipendenza. Quando una storia merita
di essere vissuta, non ci sono immagini che tengano. Un bel libro va
aldilà di ogni concetto visivo. Le emozioni che può trasmettere la
parola scritta non hanno eguali. Eppure la gente non legge. Eppure i
social network sono invasi di persone che scrivono come se si stesse
lavorando in un aeroporto, via telex, con abbreviazioni che, a volte,
risultano di incomprensibile interpretazione. Eppure l'editoria ha
subito, qui in Italia, un calo pazzesco delle vendite. Si, buona cosa
è stata fatta con l'avvento degli e-book, ma per un discorso
prettamente economico. Non si eguaglia la gioia di sfogliare un
libro. E comunque sempre troppe poche persone leggono qualsiasi cosa,
fosse anche un articolo di giornale. Ci sono tantissime testate
giornalistiche lette da pochissimi, ci sono persone che scrivono
bizzeffe di racconti rimasti sconosciuti. Ci sono troppi scrittori,
qui, è vero. Ma le stesse persone che sostengono questa massima,
sono le stesse che raramente leggono cose differenti dalle loro.
Perché? Forse non avviene una giusta educazione in casa, in tal
senso? Quanti sono i bambini abituati a vivere tra i libri? Pochi.
Quanti, quelli a cui vengono regalati e storie con le quali poter
sognare? Pochi. A quanti viene letta una favola? Pochissimi. È più
semplice piazzare il bambino davanti alla televisione, fargli
ingurgitare chili di Violetta e non pensare al suo avvenire. I
genitori, molti genitori, hanno dimenticato la regola basilare che
vigeva quando ero piccola io: l'ignoranza è uno strumento potente
nelle mani di chi la sa strumentalizzare. Molti genitori non si
rendono conto dell'importanza della cultura. Se per primi hanno
odiato la scuola, si può stare certi che trasmetteranno una sorta di
noncuranza alla propria prole. L'ho visto, nella maggior parte accade
e non sono frasi fatte. Se, per primi, non hanno avuto l'obbligo
morale di studiare, raramente avranno gli strumenti necessari per
trasmettere la curiosità necessaria a terminare gli studi ai propri
figli. È vero, nell'Italia odierna è certamente più intelligente
consigliare al proprio figlio una scuola professionale, in grado di
insegnargli basi utili al suo futuro, ma non per questo si deve
dimenticare la ricchezza di ciò che può trasmettere uno studio
parallelo di concetti interessanti e stimolanti. Sono rimasta
scioccata nello scoprire che in televisione non esistono più neanche
i cartoni animati. Proprio oggi ripensavo alla serie di “Siamo
fatti così”, cartone con il quale sono cresciuta, che mi ha
instillato la curiosità di andare a cercare cose che alle elementari
non si studiano approfonditamente. Ricordo che chiedevo a mia madre
di spiegarmi, nel dettaglio, come funzionasse il corpo umano. Non
perché volessi fare il medico, da grande, ma per la curiosità che
si attaccava al mio cervello avido. Se non si insegna ai bambini,
ora, cosa significa leggere, non si può pretendere nulla dal futuro.
Nulla. Ed è inutile, quindi, leggere tutte quegli aforismi che
circolano su facebook. Perché non hanno senso, in un popolo
ignorante che si ripiega su sé stesso per pigrizia. L'insegnamento
non è un mestiere facile, ma qualcuno dovrà pur farlo, e i genitori
hanno una grandissima responsabilità in tutto questo.
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