giovedì 23 gennaio 2014

E siamo arrivati anche a chiedere un risarcimento per l'handicap del proprio figlio... E complimenti!

http://www.studiocornelio.it/faq_9.php

Oggi, navigando su internet alla ricerca di informazioni utili, sono incappata in questo interessantissimo video di un tale avvocato Cornelio "Il mestiere più bello è quello di difendere la gente". Tale signore, intervistato a Mestre dall'informatissima giornalista Maria Stella Donà, informa i telespettatori circa la sua ultima vittoria in campo giuridico. Di cosa si tratta? Di aver ottenuto un risarcimento, dalla cassazione, per una bimba affetta di sindrome Down e per sua madre. Motivazione? La bimba è nata. Si, la motivazione è proprio questa. Sembra, infatti, che la famiglia si sia rivolta all'avvocato per citare in giudizio il medico, e l'ospedale in cui questo lavorava, perché colpevoli di non aver effettuato ricerche mirate alla ricerca della sindrome di Down, con la morale di aver "taciuto" alla famiglia il tipo di gravidanza che stava portando avanti. Tolto che, nei tempi in cui viviamo, sembra alquanto stramba come affermazione, esistendo analisi specifiche quali b-test, amniocentesi, esame dei villi e innumerevoli altre, andiamo avanti nell'intervista. In effetti il nostro simpatico avvocato non si limita a snocciolare cifre da capogiro, quali E.2.900.000 per la bimba e 2.000.000 per la famiglia, no. L'avvocato Cornelio, reduce da lettere minatorie da sedicenti gruppi anti abortisti, avvalora la sua conquista confermando quanto, questi soldi, siano importanti per il tenore di vita della persona Down e, non dimentichiamolo, della sua famiglia. "Voi pensate che sia una cifra spropositata questa" dice "ma se si pensa al DISASTRO che vive la famiglia non sembra poi così sproporzionata. Le aspettative di vita per il Down (per il Down, non per la persona affetta da tale patologia) sono aumentate, quindi il Down può CAMPARE fino a 70 /80 anni ( e qui capiamo che si è pesantemente drogato con sostanze stupefacenti) e qui sta il DRAMMA, perché sopravvivono ai genitori. (Diciamo che la forma lascia un poco a desiderare, no?!) Volete mettere" continua "che il Down, con quei soldi, può comprarsi una bella casa e ospitare genitori o fratelli per farsi accudire?" Io non credo che il tizio in questione abbia molto presente cosa significhi, realmente, vivere con una persona affetta da questa sindrome. E comunque non ha ben chiara la dinamica del mondo che gravita intorno a questa realtà, perché continua "Assodato che il Down non può prendere la patente (è difficile, ma non impossibile e ci sono le testimonianze) non può innamorarsi, l'INFELICE, e uno dei compiti primari dei genitori è proprio quello di educare i propri figli ad astenersi da tali pratiche, Lei non sa" rivolgendosi alla giornalista "quanto soffra l'INFELICE nell'innamorarsi in maniera disperata e atroce, come sono soliti fare, e non essere corrisposto (un po' come te che cerchi il tuo cervello, ma, ahimé, non riesci proprio a trovarlo sotto i capelli! Ma chi te l'ha raccontata questo fatto? Chi?) In tutto ciò, ovviamente, la giornalista zitta. Si giunge alla fine dell'intervista, continuando a parlare del disastro familiare in cui versa una famiglia che, badate, non si pente assolutamente di aver dato al mondo un figlio Down, ma che ha seri problemi nella vita. Allora, io capisco benissimo che shock possa essere rappresentare avere un figlio con qualsiasi tipo di sindrome, non solo quella Down (perché, ricordiamoci, Down non è l'accezione che indica l'handicap in generale, ma un ramo di esso. Il termine handicap indica trecento mila altre patologie) perché, durante i nove mesi si fanno progetti, si alimentano speranze, si immaginano mille scenari per la propria prole. Io ne sono la prova. Sto incinta e già vedo mio figlio "ingarellato" di soldi, famoso e con un capoccione da Nobel! Il discorso è che il non accettare la propria situazione, perché neanche, magari, coadiuvati da personale specializzato in grado di aiutare e sensibilizzare la famiglia, non significa strumentalizzare la stessa per avere un tornaconto personale, coinvolgendo le altre innumerevoli famiglie nella stessa situazione , ma che non la pensano affatto nella stessa maniera. Ora, mi chiedo, mi domando e dico: come fa, la famiglia rappresentata da questo avvocato, a sentir parlare della propria figlia come infelice o come portatrice di disastro all'interno del proprio nucleo familiare? Come diamine fa? Un senso di dignità, verso quella creatura che hanno coccolato, inconsapevoli, per nove mesi e che hanno visto crescere, non ce l'hanno? Non sindaco sui soldi, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, perché in fondo ognuno fa ciò che vuole, anche se risulta alquanto triste pensare di chiedere un indennizzo perché la propria figlia ha un handicap, ma sindaco su tutto il contesto. E comunque se l'avvocato pagasse qualcuno per curare le proprie public relation, non farebbe un soldo di danno... Lui, a parlare, è osceno! E adesso, godetevi l'intervista, se ce la fate!
http://youtu.be/IL4OA9xHPUY

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