giovedì 12 maggio 2016

Sette anni di Facebook

Oggi il caro Zuck mi ricorda  che sono esattamente sette anni che abbiamo fatto la reciproca conoscenza, ringraziandomi del mio desiderio espresso nel momento in cui ho voluto far parte della sua comunità. Certo, se il gettone d'entrata fosse stato pari a un quarantesimo di quello che tira su lui ogni anno, grazie a noi, sarei stata più contenta, ma forse devo gioirne ugualmente.

Sette anni fa feci il tentativo di aprirmi al mondo, di fare capolino da una finestra che fino a quel momento era rimasta chiusa. Riuscendoci.
Sette anni iniziai, molto lentamente, a rompere alcune delle catene che mi tenevano nascosta ai più, cominciando a scrivere per davvero, interagendo, ridendo con persone diverse da quelle che ero costretta a frequentare. Le limitazioni erano tante, dal punto di vista mentale, ma il coraggio insospettabile, lo stesso che poi mi ha permesso di attuare la mia rivoluzione, era lì e usciva fuori nel momento opportuno.
Avevo un sorriso spento, di plastica, finto quanto poteva esserla la mia felicità, ma non l'ho mai cancellato del tutto. Volevo esserci, volevo vivere, nonostante tutto. Quando parlo così sembro una "survivor", ma credetemi se vi dico che a volte mi sento proprio così.
Posso dire di essere rinata grazie a questo social? Non lo so, ma è fuor di dubbio il fatto che grazie al suo avvento io sia cambiata, sentendomi finalmente più libera, respirando aria nuova e fresca; essere su internet ha determinato l'inizio di un rapporto che sul serio ha stravolto la mia esistenza, portandomi a essere quella che sono ora.

La realtà è che sette anni fa c'era lui, sempre e solo lui, il mio incubo giornaliero, e destreggiarmi tra il desiderio di evasione e la sudditanza psicologica che piegava ogni mio tentativo, era sfiancante, avvilente. All'epoca, ricordo, c'erano i forum e io già tramite quello di Virgilio avevo dato vita alla Federica social, a quella che viveva una vita parallela e appagante, a quella che scriveva poesie cupe, ma che era pronta a riderci su. Perché quella Federica conosceva l'inferno, ma non lo ammetteva neanche a se stessa, donandosi all'horror perché era la scelta naturale di un animo in continuo tormento.
Ho conosciuto tanta gente, sette anni fa -bon, facciamo anche otto- e alcuni ancora fanno parte della mia vita, con mia grande soddisfazione. Loro sanno, pur non sapendo. Conoscono ciò che ero, pur non rendendosene conto. C'era gente presente al mio delirio, che mi apprezzava per come ero, nonostante tutto.
Se non avessi avuto facebook avrei faticato a riallacciare i rapporti con quello che poi è diventato mio marito, avrei fatto i salti mortali per giungere a una consapevolezza di me stessa come quella che attualmente ho, avrei solo sognato il piccolo Attila che gira per casa e rallegra ogni istante dei miei giorni.

Devo dire grazie a Zuck? Oggi credo proprio di sì.
Internet sa essere una giungla, ma anche un mezzo per avvicinare le masse, per farle sentire a casa, per proteggerle dalle brutture della vita quotidiana. Forse non è "normale", ma di certo è realtà.
Cristallo senza l'era social non sarebbe mai stato concepito; la mia scrittura, forse, sarebbe rimasta acerba e cristallizzata a quel periodo, così come la mia vita.
Sette anni fa c'era lui e solo lui.
Oggi ci sono io, la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro.
Oggi respiro. Oggi sorrido.
Oggi vivo.

PS. Se a Zuck je serve uno spot, io so perfetta!

Cristallo è in vendita su Amazon e su tutti gli stores online

Nessun commento:

Posta un commento